Ciao, eccoci qui come ogni domenica! Oggi troverai un nuovo Guest Post, ogni mese ospito un articolo scritto dagli autori delle mie newsletter italiane preferite. Lorenzo Ancona, autore di Artifacts, oggi racconta la sua esperienza nel “futuro” delle ricerca online, post-Google.
Se la newsletter ti piace, droppa un cuoricino qui sopra. Se ti va di farci sapere cosa ne pensi, io e Lorenzo siamo felici di parlarne nei commenti qui sotto!
E ora partiamo!
- Riccardo
✍️ Guest post
di Lorenzo Ancora (newsletter Artifacts)
Ricordi quelli che ““Eh ma ChatGPT non può navigare su internet!”. Sembra una vita fa, ma in realtà è passato poco più di un anno. E, comunque, ormai è storia.
Ora le Intelligenze Artificiali possono fare ricerche online. Lo fanno, ad esempio, ChatGPT Plus, Gemini di Google, e Copilot di Microsoft (grazie a OpenAI).
Così, negli ultimi due mesi ho smesso di usare Google Search. E l’ho sostituito con Perplexity Pro, che non è di nessuna BigTech, ma che è molto popolare tra i più geek. Ad esempio, Jensen Huang, CEO di Nvidia, e Mark Zuckerberg hanno rivelato di usarlo.
L’ho fatto per capire come potrebbe essere la ricerca da qui a qualche anno, le implicazioni di quella che assomiglia a una grossa novità, ma anche se e quale possa essere il futuro della ricerca con l’IA.
Perplexity, essenzialmente, funziona come nella GIF qui sopra. All’inizio sembra molto Google Search versione dark. Ma la differenza è chiara appena domandiamo - più che cerchiamo! - qualcosa, ti restituisce un testo che riassume le fonti a cui si è rivolto, e non una serie di link da cliccare. Le fonti, poi, le mette sopra al testo e con i numeretti in mezzo, come un bravo studente. Infine, suggerisce delle domande da fare dopo.
Più che un motore di ricerca, è un motore di risposte. E funziona molto bene, soprattutto con le “open-ended questions”, tipo quella della GIF di sopra, o domande come “Cos’è il DOJ negli Stati Uniti?”, di cui so la risposta ma non saprei dare una definizione precisa.
Per scendere nei tec(h)nicismi 😉, Perplexity non ha un “suo” LLM, ma fa un post-training dei modelli più potenti in circolazione (GPT-4, Claude 3 di Anthropic, Mistral Large). E così usa l’IA Generativa per selezionare informazioni da fonti esterne e restituire accuratamente all’utente quello che cercava.
Dietro Perplexity c’è il CEO Aravind Srnivas, che è un grande fan di Larry Page e Sergey Brin da quando era tirocinante a DeepMind di Google. Ora il suo gioiellino ha 15 milioni di utenti, vale $500 milioni e ha raccolto oltre $100 milioni in investimenti. Tra questi, alcuni vengono da grandi nomi del tech, tipo Susan Wojcicki, ex CEO di Youtube, Yann LeCun, chief AI scientist a Meta, e Andrej Karpathy, ex direttore AI di Tesla.
Usare Perplexity dà l’impressione di “parlare” con Internet, più che di navigare. Cambia, infatti, il modo in cui interagiamo con Internet, che diventa più naturale perché è tramite una conversazione, proprio come se interagissimo con un umano.
Soprattutto, l’esperienza di ricerca è più immediata perché si saltano due passaggi: quello della lista dei link e quello del leggere i siti. Si va, invece, direttamente al contenuto. E, tra l’altro, si evitano tutti i link sponsorizzati che recentemente hanno invaso Google Search.
Quella delle AI per la ricerca sembra, insomma, una finestra per rompere l’equazione “cercare qualcosa su Internet = Google Search”, che al momento è valida per oltre il 90% dei naviganti.
Ok, e quindi Internet è diventato un caro amico con cui chiacchierare? Tutti contenti? Ovviamente no. L’IA Generativa per la ricerca sembra stravolgere le logiche, specie economiche, che hanno sostenuto lnternet finora.
Un primo, grosso rischio è per il modello della pubblicità, che ha permesso a Google di diventare enorme e ai siti di monetizzare la loro presenza online. Al punto che i siti col tempo hanno vissuto una “Googlizzazione”, ossia hanno cominciato a essere costruiti su misura per essere indicizzati da Big G.
Solo che, ora, questo modello sembra potersi rompere. Su Perplexity e tool simili, infatti, gli utenti ricevono le informazioni già pronte per essere lette. Perché mai, allora, dovrebbero visitare i siti? Certo, per approfondire, ma non sempre è necessario.
Questo significa meno accessi alle pagine web, quindi meno pubblicità, e, in fin dei conti, meno entrate per i siti. Ma anche per Google, ovviamente!
Poi, chi fa informazione online fa notare come così sparisca ogni tipo di scambio di valore: i loro contenuti, prima scambiati per accessi e visualizzazioni degli adv, ora sono semplicemente estratti senza nulla indietro.
Più che uno scambio, sembra essere un furto, che mette anche in discussione persino se continuare a produrre contenuti che non generano entrate e, anzi, vengono rubati.
Non a caso, il 48% dei siti di informazione hanno cominciato a bloccare l’accesso al crawler di OpenAI che, in quanto gigante del momento, è quello che preoccupa di più. Chiaramente, un Perplexity preoccupa meno, per ora.
Tuttavia, tutte queste mosse non possono che essere temporanee. Se l’AI è il futuro della ricerca online, limitare l’accesso ai chatbot magari evita i danni nel breve termine, ma potrebbe in realtà danneggiare i siti nel lungo periodo. E proprio da qui nascono le parternship tra gruppi editoriali e società di IA, ma anche la causa del NYT ad OpenAI.
Così, mentre anche Google testa soluzioni di ricerca IA con la sua Search Generative Experience, rimane però da capire se e come questo nuovo modo di approcciarsi a Internet potrà essere monetizzato, sia dai siti che dai tool di IA.
Soprattutto, anche se sembrano poter essere il futuro, questi motori di risposta al momento non sanno bene come pagare le bollette. Aravind Srinivas, CEO di Perplexity, ha detto di star valutando soluzioni come:
pubblicità sul chatbot, che secondo lui è l’opzione più plausibile;
Le API, ossia “affittare” la potenza di calcolo a chi la vuole integrare in un proprio sistema;
abbonamenti, come quello a Perplexity Pro o a ChatGPT Plus (ma saremmo disposti a pagare per un Google?)
Ho anche chiesto a Perplexity, ma niente: per ora non ha una risposta a questa domanda sul suo - e nostro - futuro.
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🔥 Le news della settimana
È stata la settimana dell’attesissima IPO di Reddit, per molti attesa come l’icebreaker dopo lunghi mesi di “IPO Freeze” e per altri un’opportunità come non se ne vedevano da tempo. Dopo il primo giorno di negoziazioni, le azioni hanno chiuso al +48%, a testimonianza della grande attesa (e dell’ottimismo) che c’era intorno al titolo. Ma, come dice The Journal, “Reddit riuscirà a sopravvivere ai suoi utenti?”. Ricordate Wall Street Bets, il subreddit di retail investor in grado di unirsi, affrontare i giganti della finanza e muovere il mercato? Ecco, loro non sono così ottimisti…
Nel frattempo YCombinator racconta in un bell’articolo la nascita della piattaforma: nonostante fossero stati rifiutati dall’acceleratore per la loro prima idea (un’app per la consegna di cibo a domicilio), ai fondatori di Reddit fu offerto un finanziamento, dopo aver accettato di lavorare a un progetto che sarebbe poi diventato Reddit. Che storia!Dopo il colpo dell’EU di cui abbiamo parlato le scorse settimane, ora Apple è stata citata in giudizio dal Dipartimento di Giustizia USA per abuso di posizione dominante nel mercato degli smartphone che avrebbe danneggiato sia i consumatori che gli sviluppatori. L'obiettivo è porre fine a queste pratiche anti concorrenziali ed eventualmente costringerla a smembrarsi.
In un comunicato, Apple ha dichiarato che l'azione legale "minaccia la nostra identità e i principi che contraddistinguono i prodotti Apple in mercati fortemente competitivi". Parliamo tanto di questi temi ma, come dice Benedict Evans: “who cares about regulation?”
È stata anche la settimana in cui NeuraLink ha svelato l’identità del suo primo paziente. Noland Arbaugh, quadriplegico, grazie a Telepathy, il primo dispositivo dell’azienda di Musk (un chip che si impianta direttamente nel cervello) è riuscito a comandare un videogioco con il pensiero (qui trovi il video) e a pubblicare un tweet su X. Di fatto il primo post sui social media scritto da un cyborg!
Microsoft ha aperto una nuova unit, Microsoft AI, che si occuperà di tutti i prodotti dedicata all’AI come Copilot, Bing e Edge etc (era questa la unit che avrebbe dovuto seguire Sam Altman quando era stato assunto -per qualche ora- da Microsoft dopo il suo licenziamento in OpenAI??). Alla sua guida è stato nominato Mastafa Suleyman, cofounder di Google DeepMind e fino ad oggi CEO di InflectionAI, azienda che stava lavorando a un chatbot “empatico”, Pi. Suleyman ha già annunciato che molti suoi collaboratori lo seguiranno in Microsoft: una volta le Big Tech facevano gli “acquihire”, cioè acquisivano un’azienda per assumerne i talenti. Oggi, sempre più sotto l’occhio del regolatore, continuano a farli, ma sono costrette a camuffarli da semplici assunzioni…
✍️ Altre cose interessanti
I corsi sull’AI di NVIDIA
Riavviare il sistema, il nuovo libro di
(autore di ), su come abbiamo “rotto Internet”Choosing startup life, un articolo che racconta la vita all’interno di una startup, utile per chiunque stia pensando di lasciare il proprio lavoro ed entrare in questo settore
Lo spiegone di Planet Money su Temu, l’ecommerce cinese che vende qualsiasi cosa a un prezzo ridicolo (questa settimana hanno messo in “vendita” degli stivali a $0)
L’intervista di The Verge a Dylan Field, CEO di Figma, sul futuro del design, AI e, ovviamente, del mancato deal con Adobe
Per oggi è tutto! Se sei interessato a sponsorizzare gli episodi di questa newsletter, trovi tutte le informazioni qui
Ciao! Pezzo fantastico come al solito, purtroppo il link per “Choosing a startup life” ha un redirect e non funziona correttamente
Ho acquistato un Rabbit R1 a gennaio, e nell'attesa mi venga consegnato, l'azienda ha regalato a tutti gli acquirenti un anno di Perplexity Pro, che usavo già da quando è stato lanciato.
Anch'io, quando voglio fare ricerche più approfondite riguardo concetti o idee, lo preferisco di gran lunga a Google, e l'esperienza d'uso è davvero eccezionale. Oltre a fornire dettagli sulle fonti che consulta, propone alcune domande di follow-up molto calzanti, che facilitano la discesa nel rabbit hole della richiesta iniziale.
Suggerisco anche di seguire il podcast basato su Discover Daily, ovvero le notizie che Perplexity ci propone ogni mattina, lette da una coinvolgente voce generata mediante ElevenLabs https://www.perplexity.ai/podcast