L’hai già visto/sentito l’ultimo episodio del podcast di Caffè Design? Questa settimana ci sono io nel ruolo di Breccia. Praticamente un sogno che si avvera!
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Come funzionano i pagamenti nel mondo?
In quest’ultima settimana si è parlato tantissimo dell’esclusione della Russia da SWIFT. Ma cos’è SWIFT? E che impatto può avere l’esclusione di un Paese da questo sistema?
SWIFT è l’acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication ed è una società belga che nel 1977 ha sviluppato un sistema che permette di effettuare transazioni internazionali di denaro in modo automatizzato (identificando le banche e le transazioni con dei codici “BIC”). Attraverso il sistema SWIFT non viene effettivamente trasferito il denaro ma le banche riescono a comunicare e quindi sapere da dove arriva il denaro che dev’essere trasferito.
SWIFT è oggi utilizzato da più di 11.000 istituti bancari ed è il principale sistema di comunicazione fra banche gestendo più di 40 milioni di transazioni al giorno. L’esclusione delle banche Russe da SWIFT rende quindi estremamente più complicato trasferire denaro all’estero, e quindi gestire con facilità importazioni ed esportazioni. Ma non impossibile.
Esistono infatti delle alternative a SWIFT: la Cina ha sviluppato il CIPS (Cross-Border Interbank Payment System), gestito dalla People’s Bank of China, basato sulla valuta cinese e supportato da più di 1000 istituti finanziari nel mondo. Tuttavia, la centralità del renminbi (la valuta cinese) lo rende meno attrattivo rispetto a SWIFT (che si basa sul $ americano).
Anche la Russia ha creato la propria alternativa: l’SPFS (System for Transfer of Financial Messages) ma questo standard è utilizzato prevalentemente nel mercato interno (nel 2021 ha rappresentato il 20% delle operazioni).
Diversa è invece la situazione per i pagamenti in carta che viaggiano sui circuiti Visa e Mastercard. Anche questi, però, sono stati bloccati rendendo praticamente impossibile effettuare un pagamento con carta di credito in Russia. Pure in questo caso esistono delle soluzioni: la Banca Centrale Russa ha sviluppato un proprio sistema di pagamento, Mir, che intermedia circa il 25% di tutte le transazioni nazionali con carta.
Proprio per queste ragioni, secondo l’ISPI, le sanzioni imposte alla Russia sembrerebbero essere quasi più costose per i Paesi che le hanno imposte piuttosto che per la Russia, finendo per minare alla radice l’utilizzo del dollaro come moneta internazionale e l’assetto geopolitico che su tale egemonia monetaria si regge.
E le crypto?
In questi giorni le criptovalute hanno risentito positivamente delle sanzioni alla Russia. In particolare, le stablecoin (crypto il cui valore è ancorato a quello di una valuta, normalmente il dollaro, o di una commodity come l’oro) hanno attratto sempre più attenzione. Addirittura, pare che, in Russia, Bitcoin venga acquistato nel mercato Peer2peer (cioè privati che vendono ad altri privati) per $64.000 (circa $20.000 in più rispetto ai valori ufficiali degli exchange). Questo, ovviamente, perché la popolazione russa non può acquistare crypto sugli exchange (le piattaforme dove avvengono gli scambi) proprio a causa del blocco di SWIFT e dei circuiti VISA / MasterCard.
Nonostante questo, nella maggior parte dei casi, l’acquisto di crypto avviene per proteggersi dalla disastrosa perdita di valore del rublo (cioè come riserva di valore) ed è difficile prevedere che nel breve termine si cominci ad utilizzare le crypto in Russia per i pagamenti.
Ma mai dire mai.
📈 Il grafico della settimana
Per la prima volta, Shopify ha superato i 2 milioni di negozi online. Shopify è una piattaforma che permette la creazione di uno shop indipendente su Internet ed è oggi utilizzato sia da grandi molto grossi che da piccoli imprenditori digitali.
La crescita durante la pandemia è chiaramente impennata (nel 2020 è stata del 75%) e la capitalizzazione di mercato è aumentata dai 46 miliardi di dollari ad inizio 2020 a 177 miliardi di dollari di oggi. Nel 2020, il fatturato è stato quasi pari a 3 miliardi di dollari, un aumento dell'86% rispetto al 2019. Solo durante il weekend del Black Friday / Cyber Monday, sui negozi online creati con Shopify sono stati venduti prodotti per un controvalore di 6,3 miliardi di dollari, un aumento del 23% rispetto all’anno precedente. Addirittura, Shopify ha rappresentato l'8,6% delle vendite di e-commerce degli Stati Uniti nel 2020, superando colossi come Walmart o eBay.
Shopify ha un modello di business diametralmente opposto rispetto a quello di Amazon, massima espressione del “technocapitalismo”. Ed è forse proprio per questo che, nonostante i numeri di Shopify siano ancora lontani rispetto a quelli di Amazon (che nel 2020 ha rappresentato il 39% delle vendite di ecommerce negli Stati Uniti), l’azienda canadese è l’unica che in questo momento impensierisce il colosso fondato da Jeff Bezos.
🔥 Le news da non perdere
Le consegne di auto in Europa non sono mai state così basse a causa della crisi mondiale di semiconduttori
Il mondo di Internet si è mobilitato per la guerra in Ucraina:
Google Maps ha tolto le informazioni sul traffico nel Paese
Elon Musk ha attivato l’Internet satellitare di Starlink in Ucraina in pochissime ore
I volontari di Wikipedia stanno dando aggiornamenti live sulla situazione
Anonymous ha dichiarato una cyber guerra a Putin
Zoom perde utenti attivi per la prima volta. È la fine della pandemia?
Per tutte le altre notizie della settimana, vi segnalo il Briefinn nella newsletter di Minnovo!
Per oggi è tutto ma ricorda che puoi commentare questa newsletter premendo l’icona qui sotto oppure rispondendo direttamente a questa email.
Inoltre puoi seguire Technicismi anche su Instagram e Linkedin e ascoltare il podcast!