Elon Musk si compra Twitter, finalmente 🐦
La produzione di chip nel mondo & la fine della saga Elon Musk - Twitter
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- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Tra il 2020 e il 2022 in tutto il mondo si è verificata la più grande crisi dei microchip (i semiconduttori che permettono il funzionamento di tutti i dispositivi elettronici) che ha completamente messo ko molte filiere produttive.
Da un lato la pandemia ha aumentato la domanda di dispositivi elettronici (nel quarto trimestre del 2020 le vendite di computer hanno subito una crescita del 26,1% rispetto all'anno precedente), dall’altro la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha causato pesanti sanzioni sulla Semiconductor Manufacturing International Corporation, il più grande produttore di semiconduttori della Cina. Infine Taiwan, dove ha sede TSMC, un'azienda da oltre $300 miliardi (che costruisce i chip per gran parte della tecnologia mondiale, dagli iPhone alle attrezzature militari, alle automobili), è stata colpita da una grande siccità.
I chip sono sempre più al centro della geopolitica mondiale: ad oggi, il 75% della capacità produttiva globale di microchip è in Asia ed è per questo che molti Paesi hanno annunciato di voler investire sempre di più nella produzione di semiconduttori.
Negli Stati Uniti, qualche mese fa, è stato approvato il Chips and Science Act, destinando circa $53 miliardi alla produzione di chip statunitensi.
Anche in Europa è in discussione uno "European Chips Act" che ha l'obiettivo di aumentare gli investimenti nello sviluppo di chip europei, diminuendo l'incertezza derivante dalla nostra dipendenza da chip importati. Nel 2021, infatti, secondo l'European Semiconductor Industry Association, in Europa sono stati venduti semiconduttori per un valore complessivo di $48 mila miliardi, il 27,3% in più rispetto al 2020 (e l'8,5% delle vendite mondiali). Ora, grazie a nuovi aiuti di stato per creare fabbriche dedicate, entro il 2030, il 20% della produzione mondiale di microchip dovrebbe avvenire proprio in EU.
In questo contesto anche l’Italia sta giocando un ruolo interessante: recentemente STMicroelectronics (azienda francese) ha conferma l'apertura di un nuovo impianto di produzione di Chip a Catania e l'assunzione di 700 lavoratori, mentre il Veneto e la Lombardia si stanno contendendo Intel, che dovrebbe aprire in una delle due regioni un nuovo impianto per il packaging dei chip con un investimento di quasi $5 miliardi che potrebbe creare 5mila nuovi posti di lavoro (1.500 diretti e 3.500 dall’indotto).
Insomma, la geopolitica mondiale dei chip sta cambiando. E anche l’Italia ne fa parte.
📈 Il grafico della settimana
Ne abbiamo parlato a lungo ma oggi la saga Elon Musk - Twitter potrebbe definitivamente concludersi e Musk dovrebbe comprare l’azienda per $44 miliardi. Nel frattempo, l’imprenditore ha già cambiato la sua bio del profilo Twitter in "Chief Twit" e ha pubblicato un video in cui entra negli uffici della sede dell’azienda con un lavandino in mano. La caption del video? Let that sink in.
Non sapete quanto rosico a inviare questa email il venerdì mattina e non poter dare notizie certe. Perchè diciamocelo, oggi potrebbe succedere di tutto.
Innanzitutto c'è la possibilità che Musk si rifiuti di chiudere l'accordo e che l'intera faccenda finisca in tribunale. Ah, e poi c'è la questione del costo della piattaforma: Musk si è impegnato a pagarla $44 miliardi e dovrebbe ottenere un finanziamento di circa $13 miliardi dalle banche e altri $7 da un gruppo di investitori. Ma se il denaro non dovesse bastare, anche in questo caso il caso si andrebbe in tribunale.
E infine c'è sempre l’autorità regolatoria all’orizzonte che controlla il mercato. Nonostante questo tipo di operazioni normalmente coinvolgano acquirenti stranieri e interessi strategici statunitensi, se si dovessero verificare dei problemi, alcuni investitori potrebbero tirarsi indietro scrivendo un nuovo capitolo della saga Elon Musk - Twitter.
Vedremo come andrà. Un tweet alla volta.
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⌨ Il tweet della settimana
Questa è stata la settimana degli “earnings” delle grandi piattaforme tecnologiche, dove vengono presentati i numeri finanziari degli ultimi 3 mesi. Per alcune aziende è stato un vero e proprio disastro: per esempio le azioni di Meta sono crollate dopo i risultati non incoraggianti causati dal rallentamento della spesa pubblicitaria online e dalla concorrenza sempre più spietata da parte di Apple - sui sistemi operativi - e di TikTok.
Ma c’è un’azienda che sta vivendo uno dei suoi migliori momenti: Spotify. Negli ultimi tre mesi ha registrato 23 milioni di utenti attivi ogni mese, per un totale di 456 milioni. Il fatturato totale è stato di circa $3 miliardi, in crescita del 21% rispetto all'anno precedente.
L’azienda ora vuole trasformarsi nella “piattaforma dell’audio”. Negli ultimi anni il segmento podcast è cresciuto moltissimo: sulla piattaforma ci sono quasi 4,5 milioni di titoli, di cui circa mille Originals (anche in Italia il mercato si sta ampliando sempre di più: ci sono 13M di ascoltatori di podcast e il catalogo di titoli in lingua italiana è aumentato dell’89% nell’ultimo anno). Ora però vuole prendersi anche gli audiolibri ma Apple sta in tutti i modi cercando di impedirglielo.
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