Il 2022 raccontato attraverso 10 grafici 📈
Dalle piattaforme di streaming ai social media, dai pagamenti digitali all'intelligenza artificiale
Il 2022 è stato un anno positivo per Technicismi, con 50 approfondimenti che sono stati letti quasi 200mila volte. Ma la parte più bella di questa newsletter per me rimane la possibilità di riunire ed entrare in contatto con una community di persone che condividono la mia stessa passione per la tecnologia e l’innovazione. Grazie per averne fatto parte.
Nel 2022 gli iscritti a questa newsletter sono cresciuti del 140%. Davvero straordinario. Se conosci qualcuno a cui potrebbe interessare questa newsletter nel 2023, condividigliela. Colleghi, amici, familiari: chiunque pensi che possa apprezzarne i contenuti.
E, naturalmente, mi piacerebbe avere il tuo feedback su questo terzo anno di Technicismi e su come potrei migliorare nel 2023. Se ti va, rispondi a questa email.
Da ormai un anno, ogni articolo di Technicismi include un "Grafico della settimana". In questo ultimo episodio volevo ripercorrere questo incredibile 2022 proprio attraverso i numeri e le statistiche più incredibili che ho visto / pubblicato quest’anno! I 10 grafici qui sotto coprono infatti un'ampia gamma di temi e sono volutamente incoerenti. Ma ognuno incarna un trend importante e la mia speranza è che questo sia un modo coinvolgente per cogliere la velocità del cambiamento che ci circonda.
- Riccardo
TikTok e la sua regolamentazione 📺
Probabilmente il dato più sconvolgente di questo 2022. Un utente medio trascorre su TikTok più di 24 ore al mese. Folle.
TikTok ha completamente cambiato lo scenario dell’intrattenimento. Non è social media, come ci tengono a sottolineare i suoi manager. Ed è forse proprio questa caratteristica che ne ha determinato il successo.
Ma nonostante il suo successo stia impensierendo sia le piattaforme di streaming che quelle di social media, il 2023 potrebbe essere un anno cruciale per la sua regolamentazione. Nei giorni scorsi l’azienda ha dichiarato che alcuni suoi dipendenti hanno avuto accesso ai dati personali di almeno due giornalisti USA e di un "piccolo gruppo di persone" connesse a questi ultimi. Nonostante il management abbia subito preso le distanze, la posizione della piattaforma è sempre più a rischio dato che il senato USA ha vietato l'installazione su tutti gli smartphone dei dipendenti governativi, l'accesso alla piattaforma è bloccato dai WiFi di alcune Università USA e le nuove direttive UE la costringeranno a essere sempre più trasparente sul funzionamento del suo algoritmo.
La rivoluzione dell’AI generativa 🤖
In queste ultime settimane non si parla d’altro. ChatGPT è un chatbot che rappresenta l’evoluzione di GPT-3, uno strumento di intelligenza artificiale “generativa” sviluppato da OpenAI e in grado di scrivere qualsiasi cosa (in qualsiasi cosa, pure in dialetto) dopo aver ricevuto un ordine testuale.
Ma la cosa davvero interessante è la velocità con cui questi strumenti hanno catturato gli utenti meno “ossessionati” dalla tecnologia (che hanno addirittura cominciato a pagare per utilizzarla). La prima ondata è stata quella degli avatar personalizzati: dopo aver caricato una propria foto, gli utenti possono ottenere un’immagine che li rappresenta sotto forma di avatar realizzata da una AI.
Nonostante non sia d’accordo con tutte quelle previsioni negative sulla sostituzione del talento umano da parte dell'IA, credo che l’intelligenza artificiale generativa abbia davvero il potenziale di cambiare radicalmente il modo in cui pensiamo alle nostre “competenze”. Negli ultimi tre anni ho sempre scritto io questa newsletter, nel 2023 potrebbe cambiare tutto e potrei essere sostituito da una macchina?
In Italia i pagamenti digitali hanno superato quelli in contanti 💸
In queste ultime settimane c’è stata una grande confusione intorno alla possibilità di usare il POS, un dibattito che ha fatto tanto rumore ma che di concreto, di data-driven, aveva poco. Una cosa, però, è certa: negli ultimi 4 anni i pagamenti digitali hanno superato quelli in contanti, che oggi rappresentano solo il 35% del totale.
D'altra parte i pagamenti digitali sono più convenienti sia per i governi che per le banche. I primi riescono a combattere più efficacemente l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Le seconde, invece, diminuiscono i costi di gestione dei contanti e aumentano le prestazioni offerte online. Inoltre, spesso sono anche più efficienti per i cittadini.
Anche le commissioni per gli esercenti sono sempre più basse, grazie ad un mercato molto competitivo, e tante banche offrono già zero commissioni per i pagamenti sotto i €5, €10 o €15.
La streaming war è al capolinea 🍿
Sono passati solo 5 anni da quando Reed Hasting, founder e CEO di Netflix, disse: “il nostro più grande competitor è il sonno”. Se all’epoca passavamo le nostre serate indecisi su quale film guardare, ora passiamo la serata a decidere quale piattaforma aprire. L’offerta è sempre più ampia e frammentata e i contenuti sempre più di qualità.
Disney ha annunciato di aver superato i 221 milioni di abbonati a livello globale (non solo Disney+ ma anche ESPN+, per lo sport, e Hulu), superando Netflix (il solo Disney+ in pochi mesi ha attratto quasi 130 milioni nuovi utenti e ha l’obiettivo di raggiungerne 230 milioni entro il 2024 - Netflix ne ha accumulati 222 milioni in 15 anni).
E c’è un problema: a differenza del sonno, questi concorrenti non rubano solo il tempo dei potenziali utenti di Netflix ma anche i contenuti che un tempo erano nel catalogo della piattaforma. Lanciarsi su altri mercati (come il gaming), abbassare i prezzi (o quantomeno non alzarli ulteriormente) e introdurre la pubblicità in piattaforma (che non va un gran che bene e che Netflix ha sempre rifiutato ritenendola il discrimine tra “loro” e “gli altri”) potrebbe non bastare.
Il futuro sarà un “grande rebundling” che porterà i consumatori a utilizzare un'unica app che aggrega le diverse piattaforme?
Un anno disastroso per le Big Tech 📉
Dopo mesi di crescita record grazie all’effetto della pandemia, il 2022 è stato il peggior anno di sempre per molte grandi aziende tech. Quasi tutte le Big Tech hanno annunciato un blocco degli investimenti e il licenziamento di migliaia di dipendenti (oltre che un blocco delle nuove assunzioni).
Le ragioni di questo “improvviso” arresto sono da ricondurre a una serie di fattori, tra cui l'inflazione più alta degli ultimi 40 anni, l'aumento dei tassi d'interesse e il cambio del $. Il rapido aumento dei tassi d'interesse renderebbe infatti più costosi i prestiti per le aziende, soffocando così la crescita economica e portando potenzialmente a una recessione. Inoltre, il rallentamento del settore dell’advertising, su cui più o meno tutte queste aziende fanno affidamento per una parte consistente delle proprie entrate, ha influito ulteriormente sulle performance.
Twitter è cambiato completamente 🐦
Da quando Elon Musk ha comprato Twitter, non si parla d’altro. Il nuovo Chief Twit ha cominciato a trattare l’azienda come una startup e ha cambiato tutto. D’altra parte, nonostante la sua popolarità, Twitter non è mai riuscita davvero a entrare nell’olimpo delle Big Tech (per fare un esempio: il solo business pubblicitario di Amazon nel 2021 ha fatturato $7 miliardi in più del totale delle revenues degli ultimi 10 anni di Twitter).
Il modello di business di Twitter si è infatti evoluto molto lentamente. L'azienda oggi genera più del 90% delle sue entrate dalla pubblicità e Twitter Blue, il servizio in abbonamento lanciato timidamente qualche mese fa per provare a ridurre la dipendenza dell'azienda proprio dalla pubblicità (che, come insegna Meta, crea più problemi che altro per un’azienda di social media), non è stato un grande successo.
Musk vuole costruire una super app, sullo stile di WeChat in Cina o Rappi in Sud America. Ma qui in occidente potrebbe essere molto più complicato a causa delle norme sulla concorrenza e sulla privacy, oltre che quelle legate agli istituti finanziari e alle regole sui diversi sistemi operativi. Lui ci crede tantissimo e, se dovesse riuscirci, il nostro rapporto con la tecnologia potrebbe cambiare per sempre. In ogni caso non sarà facile: per riuscirci dovrà sconfiggere i giganti delle Big Tech.
Lo scoppio (necessario) della bolla delle criptovalute 🔗
Il grafico qui sopra potrebbe trarvi in inganno: la barra colorata rappresenta il numero di progetti di criptovalute creati nel 2021 e che sono falliti. E molto di loro sono falliti proprio quest’anno.
Il 2022 è stato un grande “reality check” per un sacco di persone. Il crollo di Luna, celebrato come uno dei progetti più promettenti, e l’improvviso fallimento di FTX, considerata una delle piattaforme più sicure dove custodire le proprie crypto, hanno avuto un fortissimo impatto su tutto il settore.
E in un momento come questo, sono sorte tante domande. A cosa servono oggi le crypto? Quali (e quanti) sono i loro casi d’uso nella vita di tutti i giorni? E, allargando lo sguardo, che cosa rappresenterà il metaverso? E gli NFT? E il web3? Queste sono le vere domande a cui dovremo cominciare a trovare una risposta nel 2023.
Il miglior anno di sempre per le startup italiane 📈
Il 2022 è stato il miglior anno di sempre in termini di finanziamenti alle startup italiane, con oltre 2 miliardi di euro investiti in 192 round di investimento, una crescita del 68% rispetto allo scorso anno. Ma c'è di più, le nostre startup sono sempre più attraenti anche per gli investitori stranieri: secondo i dati dell'Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano, la metà dei capitali raccolti proveniva proprio da fondi internazionali.
E questi dati brillano ancora di più se comparati con quelli europei dove, invece, gli investimenti sembrano essere destinati a diminuire del 9% (il primo declino dopo almeno 6 anni consecutivi di crescita).
La vera incognita ora, è il 2023: l'aumento dei tassi di interesse per combattere l'inflazione e le conseguenze del protrarsi della guerra in Ucraina fanno attendere un rallentamento generale dell'economia che colpirà anche i fondi di investimento e di conseguenza le startup. Winter is coming (?).
Il crollo dell’interesse verso il metaverso 👨💻
L’annuncio del rebranding di Facebook a fine 2021 sembrava l’inizio di qualcosa di straordinario. Nell’ultimo anno l’azienda ha speso miliardi di dollari e ha assunto migliaia di dipendenti nei Reality Labs, la divisione dedicata al metaverso. Ma fin’ora questi sforzi non sembrano aver ripagato: nel 2021 i Reality Labs hanno realizzato una perdita netta di $10,19 miliardi su un fatturato di $2,27 miliardi e negli ultimi 12 mesi il prezzo delle azioni dell’azienda si è dimezzato.
Horizon Worlds, la piattaforma di Meta dove è possibile vivere le esperienze in realtà virtuale, a Febbraio aveva raggiunto circa 300.000 utenti attivi mensili, un aumento rispetto a pochi mesi prima, ma irrisorio rispetto agli oltre 2,9 miliardi di utenti attivi mensili di Facebook.
Meta ha tutte le carte in regola per creare il metaverso (il visore Quest 2 di Oculus, oggi è il più popolare del settore con oltre 15 milioni di unità vendute). Chissà se tra qualche anno considereremo questo momento storico come “l’inizio della rivoluzione” o solamente come il momento in cui le aziende più grandi del mondo tentavano di spingerci ad abbracciare una tecnologia che non risolveva alcun problema del mondo reale…
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"...spingerci ad abbracciare una tecnologia che non risolveva alcun problema del mondo reale…" Hai terminato con la frase più bella di tutto l'anno, Riccardo! E ti leggo ogni settimana.
Spero il futuro ci riservi la rivoluzione, ma sinora faccio veramente fatica a vederla.
Buon anno e a rivederci l'anno prossimo