Il crollo in Borsa delle BigTech, il ban di TikTok e l'impatto dell'AI sulle ricerche online
E poi, i consigli della settimana
Hey, la scorsa settimana ho sperimentato una struttura diversa in questa newsletter e a quanto pare è stata molto apprezzata. In effetti, in questo modo, riesco a inserire molte più cose di cui vorrei parlare (che prima venivano tagliate fuori perché update meno rilevanti). Per il momento quindi, continuiamo così.
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Iniziamo!
- Riccardo
🔥 Gli highlight della settimana
È stata la settimana dei dazi di Trump e delle conseguenze “devastanti” che hanno avuto sui mercati azionari: 74 aziende dell’S&P500 hanno perso almeno il 10% del loro valore in una sola giornata e anche le Big Tech - le cui catene di approvvigionamento sono sempre più ingarbugliate - non sono state risparmiate: Apple, Meta, Amazon, Nvidia (e tutti gli altri produttori di chip come Broadcom, AMD e Qualcomm) hanno chiuso tra un -5 e un -15%.
Il caso di Apple è emblematico. L’azienda negli ultimi anni ha iniziato a spostare una parte della produzione dalla Cina (15-20% degli iPhone) verso India e Vietnam (AirPods, Apple Watch, iPad) e si è ritrovata schiacciata dai nuovi dazi: 54% sulla Cina, 46% sul Vietnam e 27% sull’India. Il risultato è stato un disastroso -9% in una sola giornata, la peggiore da marzo 2020.
Questa incertezza sta mandando in tilt pure il settore delle IPO, di cui parlavamo giusto la settimana scorsa. CoreWave, per esempio, ha scelto il momento peggiore (di sempre?) per quotarsi, e le altre tech company ora stanno alla larga dalla Borsa. Nel primo trimestre 2025 il numero di IPO tecnologiche in USA è crollato a livelli che non si vedevano dal 2009. Un circolo vizioso disastroso anche per i VC, che non riescono a rientrare dei loro investimenti con le exit e quindi hanno meno liquidità da investire in nuove startup…
Chi invece va dritta come un treno è OpenAI. L’azienda ha chiso il round di finanziamento che la valuta a $300 milioni, con Sam Altman che twitta senza fermarsi in preda dall’entusiasmo. Quest’anno l’azienda dovrebbe registrare revenues per circa $13 miliardi (con un servizio nato appena due anni fa!!). Masayoshi, il boss del fondo che ci sta mettendo i soldi, è convinto che OpenAI non abbia ancora nemmeno iniziato a spremere il suo vero potenziale di monetizzazione: l’azienda ha 500 milioni di utenti unici settimanali (come se più dell’intera popolazione europea usasse ChatGPT tutte le settimane) e solo il 5% degli utenti sta pagando per il servizio (il potenziale di nuove conversioni è quindi gigantesco)!
Ah e poi c’è TikTok, una storia infinita (ne abbiamo parlato nell’ultimo episodio di Actually). Sabato 5 aprile scadeva il termine entro cui ByteDance, la holding cinese, avrebbe dovuto cedere le sue attività negli Stati Uniti o “chiudere” l’app. In extremis Trump ha firmato un ordine esecutivo che sposta la deadline di altri 75 giorni (l’aveva già fatto a gennaio, appena insediato). Le offerte per l’acquisto delle operazioni americane di TikTok sono sempre di più (ora ci prova pure Amazon), ma la più solida sembra quella di un gruppo di investitori americani guidati da Oracle, Blackstone e Andreessen (sul tema c’è un grande pezzo del NYT: Trump potrebbe trasformare Larry Ellison nel prossimo re dei media). La faccenda è grossa, anche per lo strano ruolo dell’amministrazione Trump, con JD Vance che negozia come fosse un banker di Wall Street.

C’è poi una questione interessante di cui aveva parla Kaya Yurieff di The Information al SXSW. Se l’app venisse bannata, i $22 miliardi di pubblicità che vengono spesi sulla piattaforma si spartirebbero così: 5% a Snapchat, 25% a YouTube e 60% a Instagram e Facebook, regalando a Zuckerberg un extra di $13 miliardi (+10% sulle revenue di Meta). Non sarà per questo che Zuck si sta avvicinando sempre più a Trump? Di sicuro, pare che stia spingendo il Presidente a intervenire in suo favore nella causa antitrust della FTC, che potrebbe forzare Meta a vendere Instagram o WhatsApp e il cui processo è fissato per il 14 aprile.

A proposito di guai legali, l’UE sta preparando una stangata da $1 miliardo contro X, la piattaforma di Elon Musk, per aver violato il Digital Services Act del 2022, quello che obbliga le tech a combattere contenuti illegali e disinformazione. Le sanzioni potrebbero arrivare entro fine aprile, segnando una delle prime mazzate pesanti del DSA e un monito per le altre Big Tech. Ma ovviamente il rischio di una guerra commerciale è dietro l’angolo (Trump è sempre pronto a rispondere a suon di dazi).
E a proposito di Musk e Trump, la loro relazione mostra qualche crepa. Secondo Politico, Musk starebbe pensando di mollare il suo ruolo nel governo a capo di DOGE per tornare a concentrarsi sulle sue aziende, soprattutto Tesla che sta vivendo un incubo. Le vendite del primo trimestre 2025 sono calate del 13% rispetto all’anno scorso, il peggior risultato dal 2022 e il crollo più duro della sua storia.

Un ultimo dato incredibile riportato da Axios: tra maggio 2024 e febbraio 2025, il traffico dai motori di ricerca verso i 500 principali siti di news USA è sceso del 15%, con i click medi per editore passati da 5,3 a 4,5 milioni. Nello stesso periodo, i click dai 9 principali chatbotAI sono esplosi del 2.100% (da 267mila a 6 milioni). Però, numeri alla mano, è ancora una goccia nel mare rispetto al dominio di Google. Il vero problema è stato il lancio dei riepiloghi AI che Google genera per ogni richiesta, rispondendo direttamente alle domande senza rimandare gli utenti all’interno dei siti web.
Sebbene le piattaforme AI stiano guadagnando terreno, il loro impatto è ancora limitato. I 6 milioni di click di febbraio 2025 sono solo una frazione dei 4,5 milioni persi dai motori tradizionali nello stesso periodo. Inoltre, la maggior parte dei chatbot tende a sintetizzare informazioni piuttosto che linkare direttamente ai siti, riducendo ulteriormente il traffico verso gli editori, che ora si trovano di fronte a un dilemma epocale: sue or sell?
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E se potessi parlare con l’intera popolazione italiana, in ogni momento, senza raccogliere un solo dato personale?
In Clearbox AI ce lo siamo chiesti spesso. Da questa domanda è nato Replica Italia: il primo gemello digitale della popolazione italiana. Ogni profilo rappresenta un consumatore italiano con:
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preferenze media
Un nuovo paradigma per chi lavora in ricerche di mercato, test di prodotto, simulazioni, marketing e analisi predittive.
✍️ Il weekly mix
Cose da leggere
Un paio di pensieri - e qualcosa di più - di Bill Gates sui primi 50 anni di Microsoft [Gates Notes]
Yuval Noah Harari su un futuro insieme all’AI [Wired Japan]
I problemi senza fine di TikTok [The Altantic]
“Come ho capito che l'intelligenza artificiale mi stava rendendo stupido e cosa faccio ora” [Wall Street Journal]
Come Trump potrebbe fare di Larry Ellison il prossimo magnate dei media [New York Times]
Apple innovation and execution [Benedict Evans]
Cose da ascoltare
Il futuro di TikTok e la reazione dei mercati ai dazi di Trump [Actually]
Tariffs up. Market down [Unhedged]
Cose da guardare
Come funziona un supercomputer [Marcello Ascani]
In che modo il marketing influenza il tuo cervello [Bloomberg Originals]
Una YouTube Masterclass per il 2025 [Jon Youshaei]
La grande scommessa di costruire una stazione spaziale privata [Bloomberg Originals]
L’intervista a Federico Faggin [Marcello Ascani]
Questo episodio di Technicismi è finito. Ogni settimana, all’interno di questa newsletter troverai una raccolta di tutto quello che ho letto, guardato, ascoltato, imparato ogni settimana.
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Finalmente l'UE si muove ad utilizzare il DSA contro X.
Non so come può essere legale avere una piattaforma dove il proprietario viene boostato e appare sempre per primo nei feed anche di chi non lo segue.
Molto carino il nuovo format!