Martedì scorso Technicismi ha compiuto due anni. Per due anni consecutivi, ogni venerdì ho riportato news e scritto approfondimenti per cercare di spiegare il cambiamento a cui stiamo assistendo nel mondo, sempre più trasformato dalla rivoluzione tecnologica. È interessante notare, però, che gran parte di ciò che mi appassiona, e di cui ho scritto su Technicismi, sia nato e si sia successivamente sviluppato in un unico luogo: la Silicon Valley.
E oggi questo episodio lo sto scrivendo proprio da qui, da San Francisco (a dir la verità questa intro la sto scrivendo direttamente dall’Università di Stanford). In questi giorni ho incontrato delle persone straordinarie e visto delle cose pazzesche. Sono finito nella Magic Valley.
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Perché la Silicon Valley è la Silicon Valley? 🧑💻
Stamattina per la prima volta sono stato a Palo Alto, il cuore della Silicon Valley, il più grande centro tecnologico del mondo.
Ma prima di assumere il ruolo che oggi ricopre nell’ecosistema tech mondiale, questa zona è stata un importante centro di industrie, per lo più belliche, che riuscirono ad attrarre una grande quantità di ingegneri. La vera svolta avvenne negli anni ‘30 grazie all’Università di Stanford, fondata 50 anni prima da Leland Stanford, Senatore e Governatore della California. Lì, Frederick Terman, il leggendario preside della scuola di ingegneria, cominciò ad incentivare i suoi studenti a lanciare nuovi progetti legati alla tecnologia piuttosto che andare a lavorare come dipendenti in grandi aziende. Tra questi c'erano Bill Hewlett e David Packard, i primi a fondare un'azienda all'interno del garage della propria casa al 367 Addison Ave: l’HP. Era il 1939.
Il termine “Silicon Valley” deve le sue origini ai semiconduttori in silicio realizzati nella zona a partire dagli anni ‘50 e fondamentali per tantissime industrie all’avanguardia dell’epoca (e anche per il successo della NASA che fu fondata nel 1958 per contrastare i programmi spaziali russi: quando la NASA aprì a Moffett Field vicino a San Jose, l'unica azienda in grado di costruire l’elettronica necessaria per la capsula spaziale era Fairchild Semiconductor che aveva sede nella zona).
Da quel momento la Silicon Valley cominciò ad essere sempre più produttiva e negli anni nacquero colossi tecnologici, come Apple o Intel, che contribuirono a creare un ecosistema davvero florido. L’avvento del Web, poi, diede un nuovo impulso allo spirito imprenditoriale e, tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni ‘00 nella zona nacquero aziende sempre più rivoluzionare (tra cui, ovviamente, Google). In poco tempo si creò un circolo virtuoso grazie al quale le idee di innovatori geniali potevano diventare realtà grazie ai grandi capitali messi a disposizione da privati e aziende e nuovi modelli di investimento come il Venture Capital, centrale per lo sviluppo della zona.
Oggi la Silicon Valley è senza dubbio il più grosso centro di innovazione al mondo, basta passare un paio di giorni a San Francisco per rendersene conto: per la strada si vedono decine di auto a guida autonoma, le persone che passeggiano parlano di valutazioni di startup e strategie di investimento e ad ogni angolo della strada c’è un grande logo che identifica l’headquarter di qualche app o software: Salesforce, Google, Slack, Medium, Calm, C3.ai, Mozilla e mille altre.
Anche a causa del Covid e del sempre più popolare lavoro da remoto, però, alcune grandi aziende hanno spostato il loro quartier generale in altre città (o a volte, addirittura, l’hanno proprio eliminato) e lasciato solo qualche ufficio a San Francisco: è il caso di Tesla, il cui quartier generale è stato recentemente spostato ad Austin, o di Coinbase, che è diventata un’azienda full remote. Parallelamente, stanno nascendo nel mondo tanti nuovi ecosistemi di startup che cercano di replicare il modello della Silicon Valley e che sono diventati grandi incubatori di aziende tech: Tel Aviv, Shenzen, Lagos, Berlino…
Ma, nonostante questo, la Silicon Valley rimane un punto di riferimento e il suo mito resiste. E non possiamo fare altro che riconoscerle di aver avuto un ruolo fondamentale nel creare una cultura imprenditoriale in grado di cambiare per sempre il nostro mondo.
🔥 Le news da non perdere
Questa volta Elon Musk si è comprato quasi il 10% di Twitter, diventandone azionista di maggioranza. Poco dopo è stato ammesso all’interno del board, strategia spesso utilizzata per impedire ad una persona di accumulare troppe azioni (Musk potrà detenerne un massimo di 14,9%)
Meta potrebbe introdurre nelle sue app token virtuali e crypto per pagare i creator e per lanciare nuovi servizi finanziari
Oxipit ha ricevuto l'autorizzazione in UE per utilizzare ChestLink, un software di AI in grado di leggere le radiografie del torace senza la supervisione di un radiologo
DALL-E, il software di OpenAI in grado di generare immagini basate sulle caratteristiche di una descrizione scritta ha rilasciato un nuovo aggiornamento e ora è possibile modificare le immagini
Visa ha lanciato un programma NFT per creator digitali
Uber aggiungerà nuove opzioni di viaggio come treni, autobus, aerei e auto a noleggio alla sua app inglese e, nel caso il test portasse i risultati sperati, estenderà questi servizi ad altri paesi. L’azienda non fornirà direttamente i servizi ma annuncerà vari partner
Un video pazzesco che mostra l’interno della nuova fabbrica Tesla aperta a Berlino
🎬 Il consiglio della settimana
Qualche mese fa, in un episodio di Technicismi, avevo consigliato “WeWork: or The Making and Breaking of a $47 Billion Unicorn” il documentario che racconta una delle storie più controverse della Silicon Valley: WeWork, azienda nata come spazio di coworking e diventata presto una delle startup di maggior valore della Silicon Valley.
Ora, Apple ci ha realizzato una serie tv, chiamata WeCrashed, con protagonisti Jared Leto e Anne Hathaway nel ruolo di Adam Neumann, founder e CEO di WeWork, e di sua moglie, che avrà un ruolo fondamentale nella storia.
Io me la sono guardata tutta d’un fiato sul volo di 12 ore da Amsterdam a San Francisco. Tu non puoi perdertela!
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