Il ritorno di Musk, i numeri di Nvidia e lo strano rapporto tra USA e Cina sul tech
E poi, i consigli della settimana
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Ora iniziamo!
- Riccardo
🔥 Gli highlight della settimana
Elon Musk ha lasciato il governo USA. Dopo sei mesi passati a guidare il Department of Government Efficiency (DOGE), il miliardario ha annunciato il definitivo addio con una conferenza stampa alla Casa Bianca, ricevendo una "chiave d'oro" da Donald Trump e un lungo applauso. Una fine teatrale per un esperimento che doveva portare a risparmi per $1.000 miliardi e invece si è fermato molto prima (il sito di DOGE ha certificato tagli per “soli” $175 miliardi). Musk ha però detto che “questa non è la fine di DOGE ma il suo inizio” e che ora sarebbe tornato ad occuparsi al 100% delle sue aziende.
Ecco allora che la scena si sposta. Neuralink, la sua azienda che sviluppa interfacce neurali, ha appena raccolto $600 milioni a una valutazione di $9 miliardi. L'azienda ha già impiantato il chip su tre pazienti: l'ultimo, un uomo con SLA, riesce ora a scrivere messaggi e farli pronunciare da una replica AI della sua voce. Il costo? Circa $10.500 per paziente. Ma l'obiettivo, nel lungo termine, va ben oltre la disabilità: impianti per chi vuole potenziare le proprie capacità cognitive. Per ora fantascienza, ma il primo pezzo è stato messo.

Intanto xAI, un'altra ossessione di Musk, ha firmato un accordo da $300 milioni con Telegram per portare Grok, il suo chatbot AI, a oltre un miliardo di utenti. Un'espansione clamorosa per Grok (ora disponibile anche nativamente su X, che però ha “solo” 650 milioni di utenti attivi mensili a livello globale), che punta a diventare l'alternativa più "libera" a ChatGPT e Gemini. Ma anche un’incredibile opportunità di business per Telegram che ora riceverà il 50% dei ricavi degli abbonamenti venduti sulla piattaforma (Telegram, che nel 2024 ha generato $1,4 miliardi, con il primo profitto della sua storia - circa $540 milioni - ha storicamente fatto fatica a trovare un business model sostenibile). E per alcuni proprio xAI potrebbe essere una delle beneficiarie indirette della fine del DOGE: Musk, ora libero da incarichi pubblici, può usare le relazioni costruite per vendere AI al governo. Esattamente come Palantir.
Proprio Palantir, l'azienda co-fondata da Peter Thiel (alleato storico di Musk) è stata scelta come principale fornitore di tecnologia per l'analisi dati da parte del governo federale USA. Nei mesi scorsi ha firmato contratti per oltre $113 milioni con Homeland Security, il Dipartimento della Difesa e altre agenzie. Molti usano Foundry, la loro piattaforma, per organizzare e analizzare dati in linea con un ordine esecutivo di Trump che impone la condivisione tra enti. In più, Palantir ha appena annunciato una partnership proprio con xAI per portare l'AI nelle istituzioni finanziarie.

Intanto Nvidia ha segnato l'ennesimo record. Ricavi per $44 miliardi nel trimestre (+69% rispetto all'anno scorso), profitti per $19 miliardi (+26%) e un balzo in Borsa che l'ha fatta diventare (anche se solo per poche ore) l'azienda con la più alta capitalizzazione al mondo, superando Microsoft.

Ma non tutto è rose e fiori. Il mercato cinese, che per Nvidia valeva $50 miliardi, è praticamente chiuso a causa delle restrizioni USA. Questo ha fatto calare i margini lordi di 10 punti percentuali (dal 71% al 61%). Huang ha criticato apertamente le scelte del governo americano: "Così facendo non si blocca la Cina, si accelera solo l'innovazione dei competitor locali come Huawei". Come dice Scott Galloway, questo è un bel dilemma per gli Stati Uniti: aprire alla Cina e fornirle i chip made in USA garantisce profitti immediati ma le permette di potenziare le capacità tecnologiche ponendo rischi geopolitici e di sicurezza nazionale. Limitarne l’acceso, invece, la sta spingendo a sviluppare, a metà dei costi, un'infrastruttura AI in grado di competere con quella statunitense.
A dare un po' di prospettiva sull’AI ci pensa Mary Meeker, analista e venture capitalist definita la “Regina dell’Internet” per i suoi celebri “Internet report”. Questa settimana, a distanza di 6 anni dall’ultimo, il suo fondo Bond ha pubblicato un nuovo report da 340 pagine sull'AI. Lo ha chiamato "Trends – Artificial Intelligence", raccontando una rivoluzione più veloce di qualsiasi altra (in 51 delle 340 pagine compare la parola “Unprecedented”). Le performance crescono, i costi calano, e gli utenti esplodono. E questo è positivo per i consumatori e le imprese. Ma ancora non si sa quale azienda sarà in grado di vincere questa “AI race”.

E infine chiudiamo così:

✍️ Il weekly mix
Cose da leggere
Jony Ive e Laurene Powell Jobs sul futuro della tecnologia [FT]
La Silicon Valley si trova a un punto di rottura [New York Times]
Un incredibile (e lunghissimo) articolo sui casini della famiglia Murdoch [The Atlantic]
Cose da ascoltare
Sam Altman, OpenAI e il dilemma dell’innovatore di Google e Apple [Actually]
Brian Chesky ospite del podcast di Michelle Obama sul ruolo della leadership [IMO]
3 ore di conversazione con Steve Ballmer [Acquired]
Cose da guardare
L’intervista ad Andrea di Camillo, CEO di P101, sull’evoluzione del Venture Capital in Italia [Sky]
E quella a Paolo Ardoino, CEO di Tether, di Andrew Ross Sorkin [CNBC]
Demis Hassabis, CEO di Deepmind, e Sergey Brin, fondatore di Google, sul futuro dell’AI [Alex Kantrowitz]
Sundar Pichai, CEO di Google su internet, AI e il ruolo di Google [The Verge]
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