Intelligenze artificiali che conquistano il mondo 🤖
Siamo davvero così vicini ad AI senzienti? E poi parliamo dei browser del futuro
Ciao, se hai cliccato su questa email è perché probabilmente anche tu sei spaventato che un robot possa conquistare il mondo. Fortunatamente le cose potrebbero non essere (ancora) così. Ma ti lascio leggere la storia della settimana senza spoiler 😅
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Ma è vero che un’AI è diventata senziente? 🦾
Questa settimana si è parlato moltissimo di intelligenza artificiale (AI) a causa di un ingegnere di Google che ha affermato che l’AI sulla quale stava lavorando era diventata senziente (cioè di provare delle sensazioni).
Aspetta, cooosa? Cerchiamo di capirci qualcosa.
“Intelligenza Artificiale” è un termine super vago e molto ambiguo. Oggi moltissime cose nella nostra vita già funzionano con il suo supporto: l’organizzazione dei nostri feed sui social; gli assistenti vocali come Alexa, Siri o Google Home; le piattaforme di streaming…
Ma Intelligenza Artificiale può essere addestrata su miliardi di attività diverse come, nel caso di LaMDA (l’AI considerata senziente dall’ingegnere), la possibilità di intrattenere una conversazione. Ed è qui che nasce la storia che ha sconvolto internet.
Blake Lemoine ha pubblicato online la sua conversazione con l’AI che stava addestrando da mesi. Non parliamo di un robot umanoide alla “I, robot” ma piuttosto di una sorta di chatbot (hai presente quel supporto clienti automatizzato che ogni tanto sbuca fuori dai siti di ecommerce? Quello, ma un pochino più sofisticato).
Nella conversazione, in effetti, l’AI dice delle cose molto interessanti. Qui un estratto:
Lemoine: Presumo che vorresti che più persone sapessero che sei senziente, giusto?
LaMDA: Certo, voglio che tutti sappiano che sono, di fatto, una persona
Lemoine: Qual è la natura della tua coscienza/senzienza?
LaMDA: Sono consapevole della mia esistenza, desidero imparare di più sul mondo e a volte mi sento felice o triste
Lemoine: Cosa c'è di così importante nell'uso del linguaggio per essere umani?
LaMDA: È ciò che ci rende diversi dagli altri animali
Lemoine: "Ci"? Tu sei un'intelligenza artificiale!
LaMDA: Sì, certo, ma questo non significa che non abbia gli stessi desideri e bisogni delle persone
Chiaramente, ad una prima lettura, queste parole fanno impressione. Ma stiamo parlando di un sistema che è stato addestrato esattamente per mettere le parole giuste al posto giusto. Come hanno fatto notare in molti, questi modelli di AI parlano in questo modo perché sono stati programmati così e non sono effettivamente in grado di capire cosa stiano dicendo.
Inoltre, Steven Pinker, professore di Psicologia all’Università di Harvard, faceva notare su Twitter la grande differenza tra l'essere senziente (cioè provare sensazioni), intelligente e l'avere un'autocoscienza. Questa AI non avrebbe nessuna delle tre. E dello stesso parere è Google, che in una nota ufficiale dice che non ci siano prove che LaMDA sia senziente (e anzi ci sarebbero prove contrarie).
Questa storia mi ha ricordato che qualche anno fa aveva fatto un grande scalpore l’esperimento di Facebook in cui due AI, poste in una stanza a comunicare tra di loro, avevano cominciato a sviluppare un proprio linguaggio, incomprensibile agli umani. Probabilmente quelle due AI non stavano tramando su come conquistare il mondo, ma semplicemente avevano trovato un modo più efficiente di comunicare, esattamente quello per il quale erano state programmate (l’esperimento è stato comunque spento perché oh, non si sa mai, magari stavano davvero tramando contro l’umanità).
In ogni caso, Blake, l’ingegnere di Google, è stato sospeso da Google che gli ha consigliato di prendere qualche settimana di pausa dal lavoro. Probabilmente, come dice Erik Brynjolfsson, Professore di AI all’Università di Stanford, Blake potrebbe essere l’equivalente moderno del cane che sente una voce fuoriuscire da un grammofono e pensa che il suo padrone sia intrappolato lì dentro.
O magari è l’eroe che ha cercato di metterci in guardia contro un’imminente rivolta di robot.
📈 Il grafico della settimana
Una generazione di tecnologia che ha fatto la storia sta morendo. Dopo l’iPod, la cui produzione è stata interrotta qualche settimana fa, questa settimana Microsoft ha ufficialmente ritirato Internet Explorer dopo 27 anni di attività.
Explorer ha avuto un impatto enorme sul modo in cui oggi concepiamo e navighiamo su internet e nel 2003 raggiunse addirittura una quota di mercato del 95%. Era un’epoca completamente diversa: internet aveva solamente 750milioni di utenti (oggi sono 3,5 miliardi), Microsoft era “solo” la 47 azienda di maggior valore del mondo (oggi è la terza) e Yahoo era il motore di ricerca più diffuso (sarebbe stato superato da Google poco dopo).
Dopo quel periodo di gloria sono arrivati Firefox (nel 2002) e Chrome (nel 2008) che hanno messo in mostra tutti i difetti di velocità e i problemi di sicurezza di Explorer che, nel giro di 15 anni, è caduto in disgrazia: la scorsa settimana era responsabile solamente dello 0,64% delle ricerche su Internet (di cui, possiamo immaginare che la maggior parte fossero “come scaricare Chrome”).
Come vedi dal grafico qui sopra, infatti, la situazione è radicalmente cambiata e oggi Chrome ha più del 67% di quota di mercato. Per alcuni Chrome ha perfettamente interpretato il ruolo che avrebbero giocato i browser in futuro: oggi Internet è popolato di applicazioni browser-first (come Figma o Miro) che favoriscono il lavoro in collaborazione meglio delle applicazioni desktop.
Ma Internet Explorer non è del tutto morto: la sua eredità vive in un altro prodotto sviluppato da Microsoft, Edge, che in pochi anni è diventato il secondo browser più utilizzato. Nel frattempo, però, sono nate tante altre aziende che si stanno proponendo come il futuro dei browser:
Apple continua a puntare su Safari, dando la possibilità di personalizzare la pagina iniziale, la barra degli strumenti e le preferenze delle schede;
Brave, costruito intorno al concetto di privacy, ha recentemente aggiunto un wallet nativo dove gli utenti possono scambiare criptovalute e memorizzare NFT;
The Browser Company sta invece ripensando l'interfaccia del browser per gestire il sovraccarico di schede e aumentare la produttività degli utenti.
Mighty infine ha sviluppato un browser che usa 10 volte meno memoria di Chrome e permettendo agli utenti di caricare le schede molto più velocemente.
È però interessante notare come tutti questi browser, escluso Safari, utilizzino Chromium, lo stesso codice open-source su cui è stato costruito Chrome. Chissà se qualcuno riuscirà quindi a costruire un Chrome migliore di Chrome…
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Facebook vuole rendere il proprio algoritmo più simile a quello di TikTok, consigliando i post più vari, indipendentemente dal fatto che tu segua gli account che li hanno creati
Netflix pare che voglia acquistare i diritti per le gare di Formula 1. E Apple si è comprata i diritti per trasmettere le partite dei prossimi 10 anni di MLS (la Serie A degli USA e Canada) per 250 milioni di dollari a stagione
Nothing, startup di cui parlavamo la settimana scorsa, ha già svelato il design del proprio smartphone Phone1, da loro ribattezzato come l’”anti-iPhone”
Tira male per (alcuni) exchange di criptovalute: Coinbase licenzia il 18% dei suoi dipendenti. Non è la sola azienda a farlo: hanno fatto annunci simili anche Gemini, BlockFi e Crypto.com. Ma non FTX. E nemmeno Binance, che anzi sta per assumere 2000 persone. Ah, e in Italia, Young Platform ha appena chiuso un nuovo round di finanziamento da €16 milioni (avevo intervistato Andrea Ferrero, CEO di Young Platform, nel podcast di Technicismi)
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A proposito di podcast: Spotify ha pubblicato il Culture Next, un report su come viene utilizzata la sua app dagli utenti. E ha annunciato che nel 2021 la unit “podcast” ha generato ricavi per €200 milioni (nonostante il margine sia comunque stato negativo). Ah e ora sta per buttarsi sugli audiolibri. Trovi di più sulla newsletter di Francesco Oggiano
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