La regolamentazione delle aziende tech ⚖️
Le conseguenze della vendita di Giphy da parte di Meta & i "cookie wall"
Ciao, la scorsa settimana è entrata sul dizionario online della Treccani una nuova parola: Smombie. È la crasi tra “smartphone” e “zombie” e indica una persona che cammina per strada guardando il suo smartphone.
Smombie.
Pensa te…
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Non ci sono più i social di una volta
Il 19 gennario il Financial Times scriveva un articolo intitolato “Big Tech braces for a year of regulatory pressure”: dopo aver registrato uno straordinario 2021, aggiungendo $2,5 miliardi di capitalizzazione di mercato, le grandi piattaforme tech si stavano preparando ad affrontare un anno difficile dal punto di vista regolatorio.
Sempre di più, infatti, negli ultimi anni abbiamo assistito a diverse iniziative globali per tenere sotto controllo i Big Tech. Dalle cause antitrust contro Meta alle multe per abuso di posizione dominante a Google e Amazon.
Ma questa settimana ha rappresentato un punto di svolta: dopo la decisione dell’autorità di regolamentazione del Regno Unito, Meta ha accettato di vendere Giphy, il più grande motore di ricerca per GIF del web. Secondo la sentenza, l’entrata di Giphy nell’ecosistema di Meta “potrebbe limitare l'accesso alle GIF da parte di altre piattaforme di social media".
Nel 2020 Meta aveva pagato $400 milioni per l’acquisizione dell’azienda. E, nonostante la transazione avesse attirato l’attenzione delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo, tutti pensavano che l’accordo non sarebbe mai stato bloccato. Così come non è (ancora) stato bloccato quello tra Microsoft e Activision, o quello tra Amazon e 1Life Healtchare o Amazon e iRobot.
Meta ha provato a proteggersi fino all’ultimo: qualche settimana fa, la stessa Giphy aveva dichiarato che le GIF era un mezzo di comunicazione in declino. A posteriori quell’annuncio risulta un disperato tentativo di salvare l’accordo.
Ma non ha funzionato. Ora l’azienda di Zuckerberg ha a disposizione 6 mesi per vendere Giphy e l’acquirente dovrà essere approvato dalla CMA, l’autorità dei mercati e della concorrenza del Regno Unito.
Chiaramente questa decisione rappresenta un grande precedente che potrà essere preso a modello dalle autorità di regolamentazione di altri Paesi (prima tra tutti quella statunitense). Ma soprattutto dimostra ancora una volta che le grandi aziende tech dovrebbero cominciare a prendere sul serio le autorità di regolamentazione di tutto il mondo, non solo quella statunitense.
L’UE negli ultimi anni ha preso diverse iniziative per arginare il potere sempre più ampio delle grandi aziende tech come per esempio il Digital Markets Act (di cui alcuni articoli dovrebbero entrare in vigore già a novembre), il Digital Services Act (che entrerà in vigore probabilmente nel 2024) o la decisione sul caricatore unico USB-C. Negli Stati Uniti, invece, nonostante i tentativi di approvare una legislazione antitrust incentrata sulle Big Tech si siano arenati, la Federal Trade Commission ha diverse cause aperte con Meta (alla quale vorrebbe anche far vendere Instagram e WhatsApp).
Ma questa “furia regolatoria” non fa paura a Zuckerberg, che ci ha comunque tenuto a precisare che non smetterà di acquisire aziende. Anche perchè ora c’è una nuova scommessa da vincere e la posta in gioco è alta.
Per citare il suo motto di qualche anno fa: “move fast and break things”.
📈 Il grafico della settimana
Da quando è entrato in vigore il GDPR sono l’incubo di tutti i siti web: i cookie, cioè i frammenti di dati sugli utenti che il sito ci chiede di utilizzare per migliorare la navigazione.
Questa settimana si è tornati a parlare molto di cookie perchè sul sito di Repubblica è apparso un “cookie wall”, cioè un messaggio che invita gli utenti ad accettare obbligatoriamente tutti i cookie o, in alternativa, a sottoscrivere un abbonamento al quotidiano.
Questa non è la prima volta che un sito pone l’utente di fronte a questa scelta. Ad oggi, però, non esiste un approccio condiviso sul tema in Europa: in alcuni Paesi i “cookie wall” non sono consentiti, in altri invece non c’è un’opinione forte. In ogni caso il Garante Privacy italiano è già intervenuto e sta esaminando questa iniziativa al fine di valutare l’adozione di eventuali interventi in materia.
In ogni caso mi hanno molto colpito le reazioni che ho letto online. Come si dice in questi casi: se il servizio è gratis, allora il prodotto sei tu. In questo caso, il quotidiano, attraverso la raccolta dei cookie, sarà in grado di profilarti e vendere la tua attenzione (cioè il prodotto) agli inserzionisti che decidono di fare pubblicità targettizzata sul suo sito web.
🔥 Le news da non perdere
Tesla cresce come una startup: i ricavi sono aumentati del 56% (a $21,45 miliardi) e l’utile dell’84%. Nonostante gli straordinari risultati, le azioni dell’azienda sono calate perchè più basse rispetto alle previsioni degli analisti. Elon Musk ha però parlato della sua visione a lungo termine: Tesla arriverà ad avere una valutazione superiore a quella di Apple e Saudi Aramco messe insieme, circa $4.000 miliardi (ad oggi il valore in Borsa è di $695 miliardi)
Musk ha anche parlato di Twitter: nonostante abbia riconosciuto che sta "ovviamente pagando troppo" per comprarselo, si è dimostrato mega entusiasta perché il social “ha un potenziale incredibile"
Nel frattempo Parler, un social media USA che ha ospitato molti profili bannati dai BigTech dopo l’insurrezione a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, ha dichiarato di essere in trattativa per la vendita a Kanye West che ne vuole fare "un ecosistema libero in cui tutte le opinioni sono benvenute". L'accordo sarà chiuso entro la fine del 2022
Microsoft, che con Xbox e Activision è sempre più concentrata nel settore del gaming, sta sviluppando uno store per smartphone che potrebbe competere direttamente con l'App Store di Apple e il Google Play Store.
Netflix ha registrato 2,4 milioni di nuovi abbonati nel terzo trimestre del 2022 e prevede di convertire altre 4,5 milioni di persone nel quarto trimestre (grazie al lancio del suo abbonamento low cost con pubblicità). Dal 2023 smetterà comunque di offrire previsioni sui nuovi utenti
⌨ Il video della settimana
Qualche settimana fa parlavamo degli incredibili passi in avanti dell’intelligenza artificiale in grado di creare immagini e video da semplici stringhe di testo. Fabio Comparelli ha chiesto all’AI di visualizzare in un video "l'evoluzione umana". Clicca su questa immagine per vedere il video completo:
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In onore del mio primo smartphone Nokia Lumia, vorrei ricordare che è già esistito un app store made in Microsoft e implementato sui quei telefoni Nokia ma è defunto dopo qualche anno ed era abbastanza incompleto rispetto alla ricchezza di contenuti di Play store e App store.