Le proposte dei partiti per l'innovazione 🚀
Cosa farà il prossimo governo per le startup & tutti pazzi per i widget
Ciao, bentornato su Technicismi! Domenica si vota e dato che “innovazione e startup” sono stati alcuni dei temi più dibattuti di questa campagna elettorale, ho pensato di parlarne anche io qui sulla newsletter. Partiamo subito perché oggi la newsletter è davvero lunga! Ci risentiamo venerdì, a presto :)
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Le proposte dei partiti per startup e digitale
In Italia, l’abbiamo detto più volte, le cose per le startup vanno sempre meglio: dopo il record di investimenti nel 2021, il primo semestre del 2022 si è chiuso con investimenti di VC per €996 milioni, il 30% in più del 2021.
Ma, come diciamo spesso, il ritardo accumulato è ancora troppo: l’anno scorso, durante l’Italian Tech Week, mi aveva colpito moltissimo un dato secondo cui l’ecosistema startup sarebbe in ritardo di 5 anni rispetto alla Spagna e di 7 anni rispetto alla Francia.
È un divario enorme, che per essere colmato ha bisogno di programmi concreti. Che però, nei programmi dei partiti che intendono governare dopo il 25/9, spesso mancano. Di startup e innovazione, infatti, si parla. Ma spesso in maniera molto vaga, senza un vero piano d’azione:
Nella coalizione di centrodestra (Fratelli D’italia - Lega - Forza Italia - Noi Moderati) si parla di incentivi alla creazione di startup tecnologiche e a valenza sociale con un taglio del 50% del cuneo fiscale per le Pmi innovative che assumono laureati in modo stabile, un potenziamento della banda ultralarga, un rafforzamento della misure e dei sistemi di cyber-sicurezza e una regolamentazione ad hoc per cripto e token. Inoltre, viene prevista una defiscalizzazione delle plusvalenze delle persone fisiche che investono in startup, e la Lega prevede anche l’obbligo per gli investitori istituzionali (fondi pensione, assicurazioni) di dedicare lo 0,5% della raccolta agli investimenti in startup
Il programma del centrosinistra parla di un sostegno alle imprese, piccoli imprenditori e startup innovative, favorendo la transizione 4.0 (attraverso degli strumenti di politica industriale regionale come il "Cresci al Sud", Fondo nazionale Innovazione, rilancio delle Zes, protocolli con Cdp e Invitalia). Nel programma del PD si cita anche il favorire un approccio critico al digitale nel ciclo dell’istruzione, l’acquisto di un computer a tutti gli studenti di reddito medio e basso e l’istituzione di un fondo nazionale per il diritto alla connessione digitale.
Addirittura, il Movimento 5 Stelle, oltre agli incentivi all'imprenditoria giovanile e alla sburocratizzazione delle startup, cita un piano industriale basato su tecnologie strategiche per il futuro che sembrano più buzzword che altro (fintech, valute digitali, web3, semiconduttori, metaverso). E poi, si spinge fino a proporre la stesura di una carta dei diritti digitali, per riconoscere l’accesso a internet come un diritto costituzionale. Infine propone una banca dati digitale nazionale per verificare l’utilizzo dei propri dati personali.
Il Terzo Polo (Azione - Italia Viva) è quello che si spende più di tutti gli altri: si concentra sull’eliminazione degli ostacoli alla creazione di una startup (come le imposte relative alla costituzione o al mantenimento della società, aumentando contestualmente l'incentivo fiscale per coloro che investono) e sulla possibilità di "posticipare e rateizzare" per tre anni gli adempimenti fiscali degli under 35 che lanciano un'impresa. Inoltre, investimenti per promuovere la formazione e lo sviluppo delle competenze digitali dei giovani da un lato e ridurre il digital divide delle fasce più anziane dall’altro. Infine cita una strategia italiana per l’intelligenza artificiale, investimenti in reti ad altissima velocità e l’istituzione di un fondo pubblico/privato per le tecnologie deep tech. Ah, e c’è anche un riferimento al un potenziamento della "space economy"
Le proposte, quindi, non mancano. Ma forse, per cambiare le cose, ci vuole uno sforzo più concreto! A tal proposito, questa settimana, Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del venture capital, degli investitori e delle startup e PMI innovative, ha lanciato otto proposte concrete per chi sarà chiamato a governare l’Italia dopo le elezioni politiche:
Riorganizzazione delle agevolazioni relative agli investimenti in startup e PMI innovative, e più in generale un Libro Bianco che riassuma le principali norme relative al settore tecnologico. Sarebbe fondamentale riprendere il lavoro peraltro già iniziato nella scorsa legislatura con la proposta di legge “Start Act” per varare un unico testo contenente le principali indicazione per startup e investitori regolamentati.
Aumento degli incentivi fiscali per investimenti di fondi previdenziali e casse assicurative verso venture capital e altri investitori professionali. Per favorire il loro coinvolgimento sarebbero importanti alcune agevolazioni supplementari a partire dalla deduzione fiscale del 30% dell’investimento in startup, PMI innovative, fondi di venture capital e società d’investimento che investono almeno il 30% in startup e PMI innovative. Le plusvalenze derivanti dalle partecipazioni al capitale sociale di una o più startup e/o PMI innovativa - direttamente o per tramite di investitori professionali - non dovrebbero concorrere alla formazione del reddito unico imponibile degli investitori istituzionali (come già previsto come misura temporanea per le persone fisiche dal DL 73/2021).
Promozione di Fondi di Fondi misti “pubblico-privati” con l’obiettivo di aumentare le risorse disponibili attraverso un effetto moltiplicatore. Sarebbe auspicabile che ciascun fondo possa identificare i gestori delle risorse, nel rispetto dei vincoli di mandato fissati dall’erogatore. Gli investitori (anche quelli di piccolo taglio, come i Business Angels) dovrebbero poter contare su fondi specifici dedicati che operino sul mercato secondario.
Riforma e potenziamento del meccanismo di credito d’imposta in ricerca e sviluppo, che si dovrebbe concentrare su tre aspetti: identificazione ex ante delle spese sulle quali viene riconosciuto il credito d’imposta per superare l’incertezza e stimolare gli investimenti in ricerca e sviluppo; introduzione della possibilità che tali crediti siano venduti, alla stregua di quanto avviene nell’edilizia con il bonus 110%, o usati sotto forma di voucher; creazione ad hoc di un Credito imposta ricerca e sviluppo al 50%, dedicato alle startup e PMI innovative, che spesso non possono usufruire di questa misura perché operano ancora in uno status pre-profitto.
Adozione di un Tech Transfer Act, che faciliti il trasferimento tecnologico in Italia, ad oggi limitato da un sistema normativo poco chiaro che pregiudica lo sviluppo dell’innovazione e la crescita del Paese.
Messa a sistema delle agevolazioni per chi investe in startup e PMI innovative previste nel DL Rilancio (maggio 2020) con quelle precedentemente previste al 30%. Superamento del regime de minimis e allineamento del tetto previsto per le startup a quello per le PMI innovative (€ 300.000).
Introduzione dei regolamenti attuativi per estendere agli investimenti in Fondi/OICR le stesse agevolazioni esistenti per persone fisiche che investono in startup e PMI innovative (vd DL n.34/2022 art.38 commi 7 e 8).
Allocazione delle rimanenze dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale verso imprese innovative e fondi di venture capital. Previsione di un fondo specificamente dedicato agli ambiti di indirizzi dei FESR su base regionale nel quale allocare le rimanenze dei fondi stessi da destinare a imprese innovative attive in ambiti specifici, mantenendo inalterata destinazione geografica e settoriale. La misura non avrebbe alcun impatto su altre fonti di spesa, ma il vantaggio di evitare la dispersione di risorse che altrimenti non verrebbero utilizzate dalle amministrazioni beneficiarie.
Insomma, gli strumenti e le idee per far finalmente girare le cose li abbiamo. Per tornare ad essere competitivi e rilanciare la nostra economia, l’innovazione è fondamentale. A livello globale, però, secondo l'indice del Global Innovation Index (che racchiude al suo interno 80 indicatori totali che determinano il livello delle politiche d'innovazione di un Paese) l'Italia è al 29esimo posto tra le 132 economie prese in considerazione. E, secondo l’ISTAT, nel triennio 2018-2020 solo il 50,9% delle imprese italiane ha svolto attività innovative, introducendo con successo, sul mercato o all’interno dell’azienda, almeno un’innovazione di prodotto o di processo (un dato in diminuzione di quasi il 5% rispetto al triennio precedente).
Le cose, dopo il 25/9, potrebbero cambiare. Ma solo se lo si vuole davvero.
📈 Il grafico della settimana
Tutti pazzi per i widget. Nel 2020, per la prima volta, Apple ha introdotto i widget nella homescreen degli iPhone. Da quel momento l’interesse verso questo tipo di elementi grafici (che da sempre caratterizzano le interfacce Android) è aumentato sempre di più. Ad oggi, anche grazie al WidgetKit di Apple, sono tantissime le app che stanno cavalcando il trend lanciando un proprio widget (io uso quelli di Vodafone, di N26, di Notion, del calendario e del meteo).
Ma ora, con l’introduzione di iOS 16 e la possibilità di inserire i widget anche nella lockscreen, gli utenti sembrano aver perso la testa: secondo i dati di Apptopia, i download delle prime cinque applicazioni globali di widget sono aumentati da ~100k a quasi 1M di download giornalieri!
Ancora una volta, Apple è arrivata tardi su una feature (emulata da Android) ma in pochissimo tempo è riuscita a trasformarla in un vero e proprio fenomeno.
E poi, chissà, le app del futuro avranno l’interfaccia di un widget?
🔥 Le news da non perdere
VedrAI, che a lungo è stata sponsor di questa newsletter, ha acquisito la divisione di data intelligence di Altea Federation, dando vita a una nuova joint venture “Vedrai Data Intelligence”
Stanno per arrivare gli avatar su WhatsApp, delle rappresentazione digitali dell'utente che potranno essere usate mentre si sta effettuando una videochiamata, come foto profilo o per creare un pacchetto di adesivi personalizzati
TikTok ha introdotto una nuova funzione, “Now”, molto simile a BeReal: una volta al giorno, in un orario random, viene chiesto all’utente di condividere una foto o un video di 10 secondi. L'utente avrà un tempo limitato per postare e potrà scegliere se il contenuto sarà visto solo dagli amici o da un pubblico più ampio.
Pico, che fa capo a ByteDance (la stessa holding di TikTok), ha presentato un nuovo visore in VR che si posiziona come diretto concorrente del visore di Meta (che dovrebbe a sua volta presentare un nuovo modello il prossimo 11 Ottobre)
Slack ha annunciato una nuova funzione di collaborazione chiamata Canvas, costruita sulla tecnologia Quip di Salesforce. È la prima vera integrazione in Slack da quando è stata acquisita da Salesforce lo scorso anno
Spotify ha lanciato in USA un catalogo di 300k audiolibri. Purtroppo non sono inclusi nell’abbonamento Premium e per ascoltarli è necessari acquistarli separatamente. Non ci sono ancora notizie su quando arriveranno in Italia
Il Reuters Institute for the Study of Journalism ha pubblicato una bella intervista a Francesco Zaffarano, editor-in-chief di Will Media, in cui si parla dell’innovativo modello di giornalismo di Will e di come abbiamo raccontato questa campagna elettorale. A proposito: in questi giorni stiamo facendo davvero tante cose che potrebbero interessarti:
Italic è il podcast in cui ogni giorno Alessandro Tommasi racconta la campagna elettorale
Abbiamo lanciato il primo videopodcast con le nostre interviste ai principali candidati alle elezioni
“MaChiVoto” è un tool che ti aiuta nello scoprire quanto le tue posizioni si sovrappongono con quelle dei principali partiti
Su Instagram una guida con informazioni, consigli e le proposte dei partiti su alcuni temi prioritari della campagna elettorale
⌨ Il tweet della settimana
Dato che abbiamo parlato più volte di intelligenza artificiale in questa newsletter
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