Technicismi #62
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Ora tieniti forte, partiamo con i technicismi della settimana!
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DALL'INTERNET
Un po' di cose sparse provenienti dall'Internet:
🧢 Poparazzi è un'app di condivisione foto sviluppata da TTYL, una startup con sede a Los Angeles, nella quale il proprio feed è composto di nostre foto scattate da altre persone. Inoltre le foto non hanno didascalie, non si possono mettere “mi piace”, non ci sono i commenti e non è previsto un conteggio dei follower. E', insomma, un anti-Instagram! Al suo rilascio l'app ha subito raggiunto il #1 nell'App Store e, nonostante la valutazione di oltre $100M, in molti stanno sollevando questioni legate alla privacy!
🇮🇹 Martedì c'è stato il NextGen It, un evento organizzato dal quotidiano "la Repubblica" al quale hanno preso parte giovani attivisti, cantanti, artisti, imprenditori e ricercatori tra i 18 e i 30 anni. E' stata definita la "Festa della Repubblica dei Giovani" e si è cercato di capire quale sia il futuro immaginato proprio dai giovani!
🗺 Una mappa di Internet, ispirata al design delle mappe storiche, con la quale potrai guardare lo stato attuale del World Wide Web da una nuova prospettiva. Uno di quei progetti che sembra lascino il tempo che trovano ma che in realtà sono mega interessanti!
🚦 Esiste un Google Maps per muoversi all'interno dell'Impero Romano. E' stato realizzato nel 2012 a Stanford e permette di simulare un viaggio all’interno dell’Impero, al momento della sua massima espansione, nel 200 d.C.
🍔 A quanto pare, Tesla ha depositato un marchio "Tesla" legato all’industria del food. Nel 2018, Elon Musk aveva accennato alla possibilità di aprire un drive-in stile anni '50 in una delle stazioni di ricarica di Los Angeles. E' arrivato veramente il momento?
APPROFONDIMENTI
Depop è diventata un'unicorno 🦄
Depop è un'app fondata da Simon Beckerman nel 2012 all'interno dell'incubatore di startup H-FARM, nei pressi di Treviso. La piattaforma funziona come un marketplace che permette agli individui di comprare e vendere i loro vestiti e accessori.
Ieri, la startup è stata acquistata, per $1.6B, da Etsy, un e-commerce dedicato alla vendita e all’acquisto di prodotti artigianali o oggetti vintage. Questa valutazione ha reso Depop il secondo unicorno (startup con valutazione +$1B) della storia italiana, dopo Yoox, fondata da Federico Marchetti.
Questo evento ha una particolare rilevanza per diversi motivi
Innanzitutto dimostra quanto l’Italia sia ancora connessa al mondo del fashion (l'altro unicorno, Yoox, è un'altro e-commerce legato al mondo fashion)
In secondo luogo, è un importante segnale di come l’ecosistema startup italiano stia crescendo. Depop, nonostante abbia spostato la propria sede centrale a Londra dopo circa un anno dalla sua fondazione, è nata in Italia. Ed è nata in H-FARM, uno dei più importanti incubatori italiani ed europei che, dopo questa acquisizione, incrementerà la propria rilevanza a livello mondiale!
Infine attesta ancora una volta come il mercato della moda circolare sia sempre più importante. Secondo il Circular Fashion Report 2020, l'industria ha un valore potenziale di $5T, il 63% in più rispetto a quella della moda tradizionale (proprio qualche settimana fa parlavamo della mega valutazione di Vinted, app lituana competitor di Dopop, che ora vale $4.5B)!
Cosa succederà ad Apple? 🍎
Nelle scorse settimane abbiamo parlato più volte del processo in cui Epic Games, l’azienda produttrice di Fortnite, ha accusato Apple di abuso di posizione dominante sull’App Store. Questa settimana il processo si è chiuso e il verdetto è previsto per il prossimo Agosto!
La disputa era cominciata quasi un anno fa dopo che Fortnite aveva introdotto all’interno dell’app un servizio di pagamenti differente da quello dell’App Store e, di conseguenza il videogioco era stata rimossa da Apple. Le linee guide dell’App store prevedono infatti che tutte le transazioni in-app passino attraverso il sistema di pagamento Apple, che trattiene una commissione pari al 30%.
Epic accusa Apple di essere un monopolista che impedisce la diffusione del videogioco. In realtà, come molti notano, il fatto di avere un monopolio su un mercato non determina sanzioni: se l’azienda ha ottenuto quel monopolio grazie ad ingegno ed innovazione, è giusto che ottenga i proventi di quel monopolio, almeno per un periodo, come premio per la sua capacità e come incentivo alla competizione. E poi, se anche Apple fosse un monopolista, è veramente difficile provare che abbia abusato della sua posizione privilegiata. Nonostante questo, l'opinione pubblica (e soprattutto i media) sembrano schierarsi dalla parte di Epic!
In ogni caso il processo ha un valore incredibile perché potrebbe cambiare totalmente il modo in cui sono gestiti gli app store (non solo quello di Apple ma anche di Google, etc), e potrebbe influenzare altri procedimenti giudiziari e legislativi di antitrust sia contro Apple sia contro altre importanti aziende tecnologiche.
L'agricoltura rigenerativa ci salverà? 👩🌾
In un recente report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, è stato dimostrato come l'agricoltura sia responsabile del 37% delle emissioni totali di gas serra.
A quanto pare una soluzione c’è e, questa volta, la tecnologia non c’entra! Si chiama “agricoltura rigenerativa” ed è un insieme di tecniche che puntano a ricostruire la vitalità del terreno, migliorando la biodiversità del suolo, trattenendo più acqua e attirando il carbonio nella terra.
Secondo il Rodale Institute, un'organizzazione no-profit che studia l'agricoltura biologica, l’agricoltura rigenerativa potrebbe persino invertire il cambiamento climatico e i grandi nomi del food negli USA stanno già entrando nel settore:
General Mills si è impegnata a destinare, entro il 2030, 1m di acri ad agricoltura rigenerativa.
Al vertice ONU sul clima nel 2019, 19 aziende tra cui Kellogg, Nestlé e Google hanno accettato di proteggere e ripristinare la biodiversità attraverso pratiche che includono l'agricoltura rigenerativa.
Nel 2020, The Nature Conservancy, Target, McDonald's e Cargill hanno investito $8,5M per destinare 100 mila acri di terreno in Nebraska (potenzialmente in grado di intrappolare 150 mila tonnellate di CO2), ad agricoltura rigenerativa!
STARTUP ON FIRE
Founder & CEO: Lorenzo Lodigiani
Data di fondazione: 2020
Numero di dipendenti: 5
Sede centrale: Milano
Ncode è una startup innovativa che mira ad aiutare imprenditori e professionisti nello sviluppo di soluzioni digitali no-code (che non necessitano, cioè, di essere programmate).
L’azienda funziona come una digital agency e, attraverso il suo Lab, ha sviluppato una rete di collaborazioni con i migliori "nocoder" presenti in Italia aiutando numerose startup e pmi a sviluppare il proprio prodotto digitale.
Il no-code è un movimento in forte crescita: secondo Gartner entro il 2024 il 65% delle applicazioni sarà creato senza scrivere codice. E se negli Stati Uniti i colossi tecnologici come Google, Amazon e Microsoft stanno già sviluppando piattaforme no-code, in Italia il fenomeno è appena natoe, Ncode avrà sicuramente un grande impatto nella sua diffusione!
THIS WEEK IN TECH HISTORY
1 giugno 1999
Shawn Fanning e Sean Parker rilasciano una beta di Napster, un servizio di filesharing peer-to-peer che forniva agli utenti un modo semplice per copiare e distribuire file musicali MP3.
Fu un successo immediato: dopo pochi giorni il servizio era già utilizzato da centinaia di studenti universitari, tanto che le reti internet dei dormitori si sovraccaricarono e molti college bloccarono l’accesso al sito.
A quel punto, però, era già troppo tardi e Napster era diventato un sito di condivisione di canzoni in modo illecito, trasformando, di fatto, la musica in un bene pubblico. Poco più di 6 mesi dopo il lancio, allora, la Recording Industry Association of America (RIAA) intentò una causa contro la piattaforma, accusandola di violazione di copyright.
Il 3 settembre 2002, Napster fu costretta a chiudere ma, chiaramente, la sua eredità ha ispirato la creazione delle moderne piattaforme di streaming, tra cui, ovviamente, Spotify (di cui Sean Parker fu uno dei primi investitori)!