Ciao! Domani mattina sarò live su RTL102.5 News a parlare del ritorno delle newsletter e del futuro di Technicismi. Ci vediamo alle 8 sul canale 233 del digitale terrestre e 737 di Sky. Exiting stuff 🤩
Ora cominciamo con i Technicismi della settimana!
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Musica e NFT, una combinazione vincente? 🎵
Nelle ultime settimane, parlando del caso Rogan, si è anche discusso del ruolo di Spotify nel mercato musicale e di come l’azienda stia sempre più puntando sui podcast. D’altra parte, i podcast sono prodotti molto più remunerativi per la piattaforma (a differenza della musica, per la quale deve riconoscere somme enormi agli artisti e alle etichette discografiche). Se da un lato Spotify è una delle aziende che paga di meno gli artisti (il margine lordo di Spotify sulla musica si è stabilizzato al ~25%), dall’altro sta acquisendo piattaforme abilitatrici ai podcast come Achor e Megaphone e prodotti / media companies come Gimlet Media, The Ringer, Call Her Daddy e altri… D’altra parte, i margini lordi di Spotify sui podcast potrebbero arrivare al 40% (la strategia è molto simile a quella messa in atto da Netflix che, ovviamente, ottiene margini più ampi sui propri contenuti originali rispetto ai contenuti in licenza dagli studios).
Insomma, le piattaforme cambiano. E la musica, come cambia? Che potenziale stanno avendo gli NFT sul mercato musicale e sulle piattaforme di streaming?
Ad oggi gli NFT musicali sono file audio .mp3 (o .wav) distribuiti in quantità fissa e “tokenizzati” e che possono essere pensati come oggetti da collezione digitali estremamente rari. La loro particolarità è che, per il momento, non contengono alcun diritto di royalty ma sono beni digitali scarsi che possono essere rivenduti ad altri utenti. E, per questa ragione, oggi sono utilizzati come “strumenti di investimento” su un artista perché rappresentano un modo indiretto di scommettere sulla sua carriera. È un ritorno alle origini quando si collezionavano vinili e CD. Gli NFT musicali sono esattamente la stessa cosa, ma in digitale.
Gli artisti possono quindi offrire ai loro superfan prodotti più unici, segmentare meglio la loro fanbase e far nascere community molto fidelizzate. Nel prossimo futuro, alcuni artisti potrebbero guadagnare la maggior parte delle loro entrate da nuove piattaforme basate su Web3.
Ma queste piattaforme arriveranno mai a sostituire il dominio di Spotify e risolvere alcuni problemi per i quali Spotify è criticato? Probabilmente no e non passerà molto prima che Spotify, come tutte le altre grandi piattaforme tecnologiche, adotti gli NFT musicali come prodotto collaterale alla musica. D’altra parte, se non loro, chi?
📈 Il grafico della settimana
La scorsa settimana abbiamo parlato di come Disney+ stia crescendo rapidamente e abbia l’obiettivo di raggiungere i 230 milioni di abbonati entro il 2024. Ma come sta cambiando il mondo dello streaming?
Secondo un’analisi del Wall Street Journal, i servizi di streaming nel 2021 hanno registrato picchi di nuovi utenti subito dopo l’uscita di grandi titoli molto chiaccherati come Hamilton (Disney+), Wonder Woman 1984 (HBO Max), Greyhound (AppleTV+), …. Il problema? 6 mesi dopo, il 50% dei nuovi iscritti aveva già cancellato l’abbonamento.
Per questa ragione, le grandi piattaforme tecnologiche stanno spendendo miliardi di dollari per la creazione di contenuti originali che possano essere rilasciati continuamente e blocchino gli abbonati. Netflix nel corso del 2021 ha speso $17miliardi in contenuti originali (che ora sono circa il 43% dell’intera libreria), HBO ne dovrebbe spendere $18miliardi nel 2022 e addirittura Amazon avrebbe speso poco meno di $500milioni per la prima stagione della serie TV sul “Signore degli Anelli” (la stagione di una serie più costosa di sempre).
Inoltre, le piattaforme stanno sperimentando nuovi metodi per acquisire e mantenere attivi gli attivi, per esempio riadottando il modello di rilascio degli episodi settimanalmente (e non tutti in una volta) e uno, ancora più affascinante, in cui il primo episodio viene rilasciato al cinema mentre i successivi solamente sulle piattaforme (così come ha fatto Netflix con l’uscita del doc su Kanye West).
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Nel 2021 sono stati registrati 550.257 nuovi domini .it. In totale, ora, sono 3.450.337
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