Ciao, che bello rivederti su Technicismi. Oggi ho deciso di raccontare una delle tecnologie più affascinanti mai create, a mio parere. Scorri in basso per leggere di più!
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Ma come funzionano i CAPTCHA? 🧠
Questa settimana ho finalmente ascoltato la puntata del podcast di Lex Friedman con ospite Mark Zuckerberg.
Prima di cominciare l’intervista, Friedman sottopone al founder di Meta un foglio in cui gli chiede di cerchiare tutti i semafori per provare che non sia un robot: un CAPTCHA. Ma nella vita reale.
I CAPTCHA sono quei test che ogni tanto becchiamo online e che ci chiedono di dimostrare di essere un umano e non un robot. La sigla sta per “Completely Automated Turing Test To Tell Computers and Humans Apart”. Il test di Turing è un criterio per determinare se una macchina sia in grado di mostrare un comportamento intelligente (addirittura esiste una competizione, il Premio Loebner, nel quale ad una giuria viene chiesto di parlare per 5 minuti con i più sofisticati chatbot e poi determinare se si tratti di un umano o, appunto, un bot). Ma non perdiamoci, stavamo parlando di CAPTCHA.
Il termine “CAPTCHA” fu introdotto per la prima volta nel 2003 in un paper dell’Università Carnegie Mellon. Il progetto, portato avanti da Luis von Ahn (lo stesso imprenditore che ha poi fondato Duolingo), fu trasformato in startup nel 2007 con la nascita di “reCAPTCHA” il cui business model consisteva nel digitalizzare l’intero archivio del New York Times: agli utenti online (umani) venivano sottoposte parole tratte delle scannerizzazioni delle pagine cartacee del giornale e, grazie alle risposte, fu possibile creare una copia digitale di tutti gli articoli del NYT a partire dal 1851.
L’esperimento fu talmente di successo che nel 2009 Google acquistò reCAPTCHA e lo utilizzò per digitalizzare 25 milioni di libri presenti nell’archivio di Google Books. In seguito, Google sviluppò simili soluzioni per migliorare altri prodotti: nel 2012 agli utenti cominciò ad essere chiesto di identificare cartelli stradali e semafori (immagini tratte da Google Street View) per migliorare la precisione di Google Maps. Inoltre, i CAPTCHA hanno contribuito a migliorare l’accuratezza dei risultati di Google Images e pare anche per addestrare la guida autonoma delle auto di Waymo.
Ma i CAPTCHA potrebbero scomparire presto: l’intelligenza artificiale sta migliorando molto in fretta e le macchine sono ormai più brave degli umani a risolvere qualunque test CAPTCHA (addirittura, nel 2017 Amazon ha brevettato il "Turing Test via failure", un CAPTCHA talmente complicato che solo i computer sono in grado di risolverlo e dove l’”umanità” viene proprio dimostrata sbagliando). Inoltre, ormai, Google è in grado di determinare autonomamente se il nostro comportamento sia umano o tipico di un bot monitorando la nostra attività online (non senza alcuni problemi legati alla privacy). L’era dei CAPTCHA potrebbe finire prima che te lo aspetti.
Ah e comunque si, Zuckerberg ha cerchiato i semafori giusti: è un umano!
📈 Il grafico della settimana
Sono stati pubblicati i dati “Audiweb powered by Nielsen” relativi all’uso del web e dei social media in Italia. Nel corso del 2021, ogni mese su Internet hanno navigato oltre 44,3 milioni di italiani, cioè quasi il 75% della popolazione (con età superiore 2 anni). Il social più utilizzato è stato YouTube, utilizzato da 35,4 milioni di persone e che, per la prima volta in Italia, supera, seppur di poco, Facebook (YouTube è il social più utilizzato anche a livello mondiale).
È poi interessante analizzare i dati relativi al tempo trascorso sui social. Incrociando questi dati con quelli provenienti dall’ultimo report di WeAreSocial, emerge come gli italiani, spendano in generale meno tempo sui queste piattaforme rispetto alla media globale. Facebook, il social su cui noi italiani trascorriamo la maggior parte del tempo, viene usato in media per 11 ore e mezza al mese (contro le 19,6 di media globale), un dato in leggero calo rispetto allo scorso anno. Completano il podio Instagram, usato per 6 ore e 6 minuti (contro le 11,2 ore medie globali), circa 10 min in meno rispetto al 2020, e TikTok con 5 ore e 38 minuti di utilizzo (contro le 19,6 mensili). A livello globale, invece, il social sul quale si trascorre più tempo è YouTube (utilizzato per una media di 23,7 ore al mese) che in Italia è solo 4 in classifica e viene utilizzato per 5 ore e 18 minuti, in calo quasi di un’ora rispetto allo scorso anno.
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