Un nuovo dispositivo AI e i grattacapi di Apple, Google e Elon Musk
E poi, i consigli della settimana
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- Riccardo
🔥 Gli highlight della settimana
Nel 2007, a quello storico keynote, Steve Jobs presentò tre dispositivi: un iPod, un telefono e un “internet communicator”. Poco dopo svelò che si trattava di un unico prodotto, che si sarebbe chiamato “iPhone”. L’iPhone fu una rivoluzione nel settore tech: oggi 1 smartphone su 3 al mondo è un iPhone (e nel 2024 le vendite di iPhone hanno generato oltre $200 miliardi, circa il 50% delle entrate totali di Apple). Il suo design iconico (poi imitato da molti altri brand) fu opera di Jony Ive, già autore di prodotti leggendari come il Mac trasparente colorato e l’iPod). Da quel momento, Ive divenne una figura leggendaria.
Questa settimana Jony Ive è tornato al centro dell’attenzione per l’annuncio dell’acquisizione da parte di OpenAI della sua startup, “io”, per $6,5 miliardi. Si era già parlato di una possibile partnership ma ora il progetto è ufficiale e ancora più ambizioso. Sam Altman ha dichiarato al suo team l’obiettivo di lanciare 100 milioni di “AI companions” entro il 2030, dispositivi intelligenti pensati per accompagnare gli utenti nella vita quotidiana, con un potenziale valore aggiunto di 1.000 miliardi di dollari per l’azienda.

Se questo dispositivo dovesse davvero essere privo di schermo, puntando su un’interfaccia vocale, potrebbe rendere obsoleta la dipendenza dagli schermi touch. E Apple, da cui Jony Ive si è separato nel 2019, osserva con preoccupazione. L’iPhone, ormai simile a sé stesso da anni, pone l’azienda di fronte al classico “dilemma dell’innovatore”: continuare a generare ampi margini con il prodotto attuale o investire in ricerca e sviluppo con il rischio di cannibalizzare i propri ricavi? Sicuro non è un momento facile per l’azienda, le cui azioni sono scese quasi del 30% nel 2025 anche a causa del ritardo nell’implementazione di funzionalità AI avanzate rispetto ai concorrenti.

Un’altra azienda che deve confrontarsi con l’innovazione di OpenAI è Google, il cui monopolio nella ricerca online è per la prima volta insidiato da ChatGPT (e gli altri chatbot).
Dopo due anni di ritardi nel campo dell’AI, questa settimana, durante la sua conferenza annuale, l’azienda ha dimostrato di avere / voler recuperare terreno. Tra le novità più interessanti c’è l’AI Mode, una nuova interfaccia con un chatbot integrato nella ricerca, che consente risposte conversazionali in tempo reale.

Sempre in casa Google, Waymo, la divisione di taxi a guida autonoma operativa in alcune città degli Stati Uniti, ha raggiunto 10 milioni di corse pagate, di cui 5 milioni nel 2025, generando ricavi per $230 milioni nel 2025 (il triplo rispetto al 2024) e con proiezioni di $370 milioni nel 2026. Attualmente, ogni robotaxi Waymo, costa 160.000 dollari e produce un margine di 0,35 dollari per corsa.
Questi sviluppi creano grattacapi a Elon Musk, in un momento davvero complicato per lui. I suoi robotaxi, dopo anni e infiniti annunci, inizieranno i primi test ad Austin solo a fine giugno, con una flotta iniziale di soli 10 veicoli. La situazione rimane particolarmente delicata per l’azienda che questa settimana ha subito il sorpasso di BYD in Europa. L’azienda cinese di auto elettriche (che Musk derideva nel 2011) ha venduto 7.231 unità ad aprile 2025 (in crescita del 169% rispetto all’anno scorso), superando le 7.165 di Tesla, nonostante i dazi europei contro i produttori cinesi.

Musk, per calmare le acque, ha confermato che resterà alla guida di Tesla per almeno altri 5 anni e ha rilanciato, promettendo 1 milione di robot Optimus entro il 2030.

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✍️ Il weekly mix
Cose da leggere
Per la prima volta, il monopolio di Google è in pericolo [Financial Times]
L’intervista a Jamie Dimon, CEO di JP Morgan [The Economist]
Il profilo (e le mille avventure) di Kara Swisher [New York Times]
E quello di Dario Amodei, capo di Anthopic [Bloomberg]
Il ritardo dell’Europa sulla tecnologia [The Wall Street Journal]
Cose da ascoltare
L’impatto della finanza sul settore dell’intelligenza artificiale [Actually]
La bolla delle dot com [Out of the box]
L’intervista a Sergey Brin, cofounder di Google [The All In podcast]
Il presente e il futuro di Andreessen Horowitz raccontato da Andreessen e Horowitz [The Ben & Mark Show]
Cose da guardare
Eric Schmidt, ex CEO di Google, sulla rivoluzione dell’AI [TED]
Il “rebrand” di Mark Zuckerberg [More Perfect Union]
Alla scoperta della nuova megafactory di Stargate [Bloomberg Originals]
Il dietro alle quinte di come nasce “The Diary of a CEO” [Forbes]
Questo episodio di Technicismi è finito. Ogni settimana, all’interno di questa newsletter troverai una raccolta di tutto quello che ho letto, guardato, ascoltato, imparato ogni settimana.
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