Un'(altra) crisi di Apple, quella di Musk e il ritorno delle IPO
E poi, i consigli della settimana
Better late than never. Episodio complicatissimo, ho la febbre da 3 giorni e non riesco a riprendermi, sarà l’effetto delle ultime settimane. Ah, ho cominciato a guardare Severance, tutti intorno a me ne parlavano e alla fine ho ceduto: che follia 🤯
Cominciamo!
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Iniziamo!
- Riccardo
🔥 Gli highlight della settimana
(Alcuni) servizi di Apple scricchiolano
Questa settimana The Information ha rivelato che Apple TV+, la piattaforma di streaming di Apple, perde oltre $1 miliardo all’anno. Lanciato nel 2019, il servizio ha speso più di $5 miliardi annui per i contenuti, una cifra poi ridotta di circa $500 milioni nel 2024 su pressione del CEO Tim Cook per tagliare i costi. Con circa 45 milioni di abbonati e un catalogo limitato di 277 titoli, Apple TV+ continua ad essere molto di nicchia rispetto agli altri player (in particolare Netflix, con i suoi 277,6 milioni di iscritti globali e 6.643 titoli).
Nel frattempo Apple Music ha raggiunto i 100 milioni di abbonati (inclusi gli utenti in prova gratuita), ma resta in ritardo rispetto a Spotify, che al 31 dicembre contava 263 milioni di abbonati paganti ed è solidamente redditizio, con un margine lordo del 32% nell’ultimo trimestre. Apple Music, invece, ha un margine lordo “a una cifra percentuale”. Gli Stati Uniti hanno rappresentato il 39% dei ricavi di Spotify lo scorso anno, un dato vicino al 41% di Netflix, che si conferma un benchmark significativo. In altre parole, Spotify prospera persino nel territorio di casa di Apple.
Perché è importante: Come abbiamo detto più volte, il business dei servizi sta diventando cruciale per Apple, soprattutto con le vendite di iPhone in lieve calo (-0,8% a $69,14 miliardi nel Q1 2025) e il Vision Pro che stenta a decollare (420.000 unità vendute nel 2024 contro le 700-800 mila previste). Oggi i servizi (App Store, Apple Music e iCloud) hanno raggiunto un fatturato record di $26,34 miliardi (+13,9% YoY), pari al 24% dei $390,8 miliardi di entrate totali del 2024.
Dal 2011, anno in cui ha preso le redini dell’azienda, Tim Cook ha puntato su prodotti ad alta marginalità come i servizi, distanziandosi dall’ossessione per l’hardware di Steve Jobs e Jony Ive (una statistica interessante: in 10 anni, periodo tra il lancio dell’Apple Watch - primo hardware sotto Cook - e il Vision Pro - secondo hardware di Cook - Jobs introdusse iPod, iPhone e iPad).
Oggi effettivamente i servizi garantiscono margini di profitto superiori al 75%, compensando le difficoltà dell’hardware e mitigando, sul lungo termine, il ritardo sull’intelligenza artificiale. Ma questi potrebbero essere i primi segnali di fragilità.
La crisi di Tesla, in numeri
Tesla sta attraversando una grande crisi: il 22 marzo 2025, ha annunciato il richiamo di gran parte dei Cybertruck, causando un ulteriore calo delle azioni, scese a 235,86 dollari (dopo un picco di 424,77 dollari a novembre 2024). Le immatricolazioni di Tesla in Europa (UE, Regno Unito, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) sono calate del 45% rispetto a gennaio 2024, passando da 18.161 a 9.945 veicoli. A Febbraio la situazione è peggiorata: in Germania, il mercato più grande d’Europa, le vendite sono crollate del 76% rispetto a febbraio 2024 (da oltre 6.000 a 1.429 veicoli, secondo la Kraftfahrt-Bundesamt). In Cina, nonostante il record di 657.000 vendite nel 2024 (+8,8%), il 2025 è iniziato male: a febbraio 2025 i dati riportano una diminuzione del 49,2% rispetto a febbraio 2024. La quota di mercato di Tesla in Cina è scesa dal 16% nel 2022 al 4,3% del 2025 (il mercato degli EV è cresciuto dell’82% a febbraio) anche a causa della competizione sempre più feroce di BYD che ha venduto 318.000 veicoli a febbraio (+161% anno su anno).
La reputazione dell’azienda tra i democratici, che rappresentano il 40% del mercato USA dei veicoli elettrici (EV), sta crollando e proteste e atti di vandalismo contro le concessionarie Tesla sono aumentati del 30% nell’ultimo anno.
Perché è importante: La crisi di Tesla è cruciale perché l’azienda, con una capitalizzazione di 750 miliardi di dollari, rappresenta la principale fonte di ricchezza di Musk. Ma non solo: anche le altre attività di Musk sono garantite dalle azioni Tesla (ad esempio l’acquisto di X si è basato su di esse e un calo eccessivo del valore azionario potrebbe fargli perdere il controllo).
Musk resiste: ha invitato i dipendenti a non vendere le proprie azioni, ha organizzato un marketing stunt alla Casa Bianca e, probabilmente, ha avuto un’influenza su Howard Lutnick, segretario del commercio USA che, su Fox News, ha esortato a investire in Tesla, definendo Musk “il miglior imprenditore d’America” e affermando che le azioni della società “non saranno mai più così convenienti”.
Il ritorno delle IPO
Il mercato delle IPO si sta scaldando nel 2025 dopo un periodo di stallo. Tre aziende di settori in forte espansione (fintech, eventi live e intelligenza artificiale) hanno già avviato il processo di quotazione.
Klarna, fintech svedese leader nel Buy Now, Pay Later, ha depositato i documenti per un’IPO negli USA e punta a raccogliere oltre $1 miliardo con una valutazione stimata tra $15 e $20 miliardi.
StubHub, gigante del ticketing online, ha presentato la sua S-1 il 21 marzo, con una valutazione attesa di $16,5 miliardi e una crescita dei ricavi del 30% nel 2024.
CoreWeave, fornitore di cloud computing per l’IA, ha depositato la sua S-1 il 3 marzo. Mira a raccogliere $4 miliardi con una valutazione di $35 miliardi, grazie a ricavi 2024 in forte crescita (+700% rispetto al 2023, circa $1,92 miliardi).
Perché è importante: Il ritorno delle IPO è vitale dopo il crollo del mercato dai picchi del 2021: Klarna, StubHub e CoreWeave potrebbero sbloccare capitali per innovazioni in settori chiave. Il successo di Reddit, che a marzo 2024 ha raccolto $748 milioni di dollari con un balzo del 48% al debutto (valutazione di $6,4 miliardi) dimostra che le IPO tech possono ancora generare ritorni significativi. In generale queste quotazioni potrebbero ridare fiducia agli investitori e spingere altre aziende a quotarsi, soprattutto in un momento in cui il mercato risente dell’incertezza delle decisioni di Trump.
✍️ Il weekly mix
Cose da leggere
L’ultima decisione di Daniel Kahneman [The Wall Street Journal]
Come funziona l’algoritmo di raccomandazione di YouTube [YouTube Blog]
On Leadership, il libro di Tony Blair [Silvio Berlusconi Editore]
Il ritorno di Jack Ma [Financial Times]
E se a comprare TikTok fosse… TikTok? [Financial Times]
Cose da ascoltare
L’intervista a Scott Bessent [All In Podcast]
Andrew Ferguson sulla sua visione dell’antitrust in USA [Odd Lots]
Questo episodio di Technicismi è finito. Ogni settimana, all’interno di questa newsletter troverai una raccolta di tutto quello che ho letto, guardato, ascoltato, imparato ogni settimana.
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