Ahhh, finalmente oggi ho scritto una puntata di Technicismi come ai vecchi tempi… piena di social media, di startup e cose che ho trovato mega interessanti girando l’internet.
Prima di cominciare, però, non puoi perderti questo video pazzesco realizzato con MidJourney:
Ora cominciamo con i Technicismi della settimana! Se questa newsletter ti piace puoi lasciare un like premendo il cuoricino qui sopra :)
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Da quando Elon Musk si è comprato Twitter, c’è stato il caos sui social media. Questa settimana un articolo di The Verge riprendeva parzialmente il tema dell’ultimo episodio di Technicismi, analizzando quali fossero i diversi fattori che hanno portato (quasi) tutte le piattaforme social a “crollare” nello stesso momento. Dopo anni di “move fast and break things” (il primo slogan di Zuckerberg) ora tutte le piattaforme ricercano profitti ed efficienza (il mantra del 2023 dello stesso Zuckerberg).
E così abbiamo assistito alla TikTokenizzazione di Internet in cui tutto diventa piattaforma di intrattenimento (perchè naturalmente si guadagna di più a mostrare l’adv di fronte agli utenti rispetto che a “connettere gli utenti”). E abbiamo assistito all’arrivo dell’AI che, per la prima volta, ha fatto percepire alle aziende la quantità di dati che venivano offerti gratuitamente agli utenti e le ha spinte a ricercare nuovi modelli di business che sfruttassero proprio quei dati.
Proprio per questa ragione, Twitter questa settimana ha annunciato nuovi limiti "temporanei" al numero di post che gli utenti possono leggere ogni giorno (600) e il blocco dei contenuti per gli utenti non loggati.
In questo contesto si inserisce Zuckerberg (quello del “move fast and break things”) che, con un tempismo incredibile, lancia ufficialmente Threads, il suo nuovo clone di Twitter. A un giorno dal lancio fa dei numeri incredibili: più di 30 milioni di nuovi account creati (e pensare che non è ancora disponibile in Europa).
E a differenza di tutti gli altri cloni di Twitter (tanti, tantissimi), Threads ha un vantaggio: è legato al proprio account Instagram. E questo potrebbe un gamechanger.
Perchè la gente è stanca di Twitter e della sua imprevedibilità (soprattutto dopo l’acquisizione di Musk). Gli utenti vogliono andarsene ma, nonostante la quantità di cloni, non sanno bene dove andare e, ovviamente, è uno sbatti infinito ricominciare un account da capo. Threads, invece, da proprio la possibilità di sfruttare il proprio seguito su Instagram e non dover ricostruire da zero la propria community. Ma basterà questo per renderla una piattaforma di successo?
Mah, quantomeno Mosseri, il capo di Instagram, ha dichiarato di non voler guardare alla vanity metric del numero di utenti, bensì alla “rilevanza culturale”. Se dovesse funzionare per davvero, per Zuckerberg sarebbe una prima volta: non ha mai lanciato un’app, al di fuori di Facebook, che abbia avuto successo (per intenderci, Instagram se l’è comprata per $1 miliardo, WhatsApp addirittura per $19 miliardi).
Insomma, abbiamo un nuovo clone di Twitter fatto da Meta. Ma questa volta potrebbe funzionare davvero.
Prima di andare ti lascio con l’ultima riflessione di Jack Dorsey, il fondatore di Twitter (e ora founder di BlueSky, un suo clone).
Dorsey scrive: “volevamo le auto volanti, e invece abbiamo avuto 7 cloni di Twitter”.
La cosa più interessante, però, è la piattaforma su cui lo scrive.
Naturalmente… Twitter!
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