Ciao, bentornato su Technicismi! Sto scrivendo questa newsletter direttamente da Tel Aviv (o, come la chiamano qui, la “Silicon Wadi”). Ma ne parliamo meglio qui sotto…
- Riccardo
🚀 La storia della settimana
Tel Aviv è il futuro della tecnologia? 🦾
Ad Aprile, quando sono stato in Silicon Valley e ho avuto la possibilità di parlare con alcuni founder, VC e dipendenti delle più grandi aziende tech del mondo, in molti mi hanno detto che le cose, anche prima del covid, stavano cambiando. Per quanto San Francisco fosse ancora considerato il centro dell’innovazione mondiale, sempre più aziende tech stavano lasciando la zona e nuove aree, in tutto il mondo, si stavano proponendo come “le nuove Silicon Valley”.
Il mito della Silicon Valley statunitense è nato soprattutto grazie all’Università di Stanford che, a partire dagli anni ‘50, ha cominciato a sostenere le iniziative imprenditoriali di studenti e professori, creando relazioni in grado di dare vita e sostenere business innovativi (in particolare legate ai microprocessori).
Ora, però, sempre di più i governi si sono resi conto dell’importanza delle startup per creare un ecosistema innovativo e stanno investendo per creare all’interno dei propri Paesi una mentalità imprenditoriale, con l’obiettivo di trasformarsi in una “Startup Nation” (già nel 2017 Macron presentava i piano per fare della Francia proprio una Startup Nation).
In realtà, questo termine deriva da un libro del 2009 che esamina come Israele, all’epoca una nazione di 60 anni con una popolazione di 7,1 milioni di abitanti, sia stata in grado di raggiungere una crescita economica tale che "all'inizio di quell’anno, 63 società israeliane erano quotate al NASDAQ, più di quelle di qualsiasi altro paese straniero". Le ragioni di questa crescita improvvisa (definita nel libro “miracolo economico”) sono tante e molto affascinanti ma possono essere riassunte nella:
giovane età del Paese, che doveva essere “costruito” da zero e nel quale si sono ritrovati a convivere popoli e persone provenienti da tutto il mondo.
organizzazione del servizio militare, obbligatorio per tutti (sia uomini che donne, solo se ebrei) ma poco gerarchico, che quindi lascia spazio all’improvvisazione e ad un ambiente più informale.
E a distanza di 10 anni da quel libro, le cose qui continuano ad andare a gonfie vele: nel 2019 (prima dello scoppio della pandemia) il valore totale delle exit (tra fusioni, acquisizioni o IPO) di aziende israeliane ha raggiunto i $21,74 miliardi di dollari, con un aumento del 72% rispetto all’anno precedente. (Alcune tra le startup di Tel Aviv più importanti degli ultimi anni sono stati l’app Waze e il sito per costruire siti Wix).
Ma, come dicevamo, Tel Aviv non è sola: con la crescita del lavoro in remoto, i salari esorbitanti della California e un mondo sempre più globale, i grandi investitori stanno guardando oltre San Francisco e le “nuove Silicon Valley” stanno nascendo in tutti e 5 i continenti. Basti pensare a Lagos, in Nigeria, Shenzhen in Cina, Bengaluru in India…
Certo, la Silicon Valley oggi rimane ancora l'hub tecnologico più importante al mondo. Ma le cose stanno cambiando molto velocemente…
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