Le crisi di Musk, la Superintelligence di Meta e i bambini sui social media
E poi, i consigli della settimana
C’è questo dato sorprendente riportato dal Wall Street Journal per cui Amazon ha ora più di 1 milione di robot nei suoi magazzini, un numero quasi pari a quello dei suoi dipendenti umani. I robot contribuiscono a circa il 75% delle consegne di Amazon in tutto il mondo e consentono al magazziniere medio di gestire 3.870 pacchi all'anno, più di 20 volte rispetto al 2015. Nel frattempo, il numero medio di lavoratori in ogni struttura è sceso a circa 670, il numero più basso degli ultimi 16 anni, secondo il rapporto. Sarà per questo che Andy Jassy, CEO di Amazon, è uno dei pochi amministratori ad esporsi apertamente sul fatto che l’AI sì, sostituirà molti lavori.
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Iniziamo!
- Riccardo
🔥 Highlight della settimana
Su Actually, il podcast che conduco insieme a Riccardo Haupt, all’inizio di ogni episodio diciamo che “il cambiamento sembra arrivare piano piano e poi ci travolge tutto d’un tratto”. È una di quelle frasi che funzionano perché si possono applicare praticamente ad ogni aspetto della vita. E questa settimana il cambiamento è arrivato particolarmente violento nel rapporto tra Musk e Trump.
Solo sei mesi fa, Elon Musk (tradizionalmente più vicino ai Democratici) ha deciso di supportare la candidatura di Trump: ha partecipato ai suoi comizi, lo ha difeso su X davanti ai suoi 200 milioni di follower e, soprattutto, ha “investito” oltre $250 milioni di dollari per la sua campagna elettorale. Da lì è nato un sodalizio strettissimo: Musk è diventato uno dei principali consulenti del nuovo governo, ha preso in gestione DOGE e si è spesso fatto vedere al fianco del Presidente.
Poi è avvenuto il corto circuito. I due hanno iniziato a bisticciare a distanza, rigorosamente sulle loro piattaforme, sempre più forte (ma questo l’avevamo riportato già qualche settimana fa). Ora, dopo un periodo di relativa calma, sono arrivati alla rottura definitiva.
Il pomo della discordia è stato il Big Beautiful Bill, la nuova legge di Trump che tocca praticamente tutti gli aspetti economici degli Stati Uniti e che potrebbe avere un gigantesco impatto su Tesla.
Da anni una fetta importante dei profitti di Tesla arriva dalla vendita di crediti ambientali. Fino ad oggi negli Stati Uniti le case automobilistiche dovevano rispettare certi standard di emissioni. Chi non li rispettava, per non incorrere in una sanzione, doveva comprare “crediti verdi” da aziende più virtuose (come Tesla che, producendo solo auto elettriche, generava un surplus enorme di questi crediti).

E qui arriva la parte delicata: la nuova legge di Trump non solo taglia i crediti fiscali di $7.500 per chi compra EV (rendendo più difficile venderle) ma azzera anche le sanzioni per le altre case automobilistiche che non rispettano gli standard (che quindi non avranno più bisogno di comprare i crediti di Tesla). Tutto questo in un momento delicatissimo per l’azienda di Musk, che proprio questa settimana ha registrato il peggior calo di consegne della sua storia: -14% nel secondo trimestre.

Musk ha quindi più volte definito la legge “un abominio” e l’ha criticata incessantemente per giorni. Trump ha risposto minacciando di revocargli tutti i sussidi su cui ha costruito le sue aziende e di rispedirlo a casa (in Sudafrica). Musk a quel punto ha detto di aver perso fiducia nel sistema politico e ha dato il colpo di grazia annunciando la nascita di un nuovo soggetto politico: l’”America Party”.
What a time to be alive!

Nel frattempo, Zuckerberg sta facendo davvero sul serio. Un paio di settimane fa parlavamo dei suoi tentativi di “poaching” (termine con cui ci si riferisce ai tentativi di rubare personale da un'altra azienda) dalle più importanti aziende di AI. Questa settimana Zuck ha presentato internamente il suo nuovo maxi team di AI, si chiama Superintelligence Labs e punta a sviluppare i modelli più avanzati del mercato.

Sam Altman, CEO di OpenAI, e il suo capo della ricerca Mark Chen, stanno quindi correndo ai riparti avviando una campagna di retention interna, aumentando gli stipendi e promettendo nuovi incentivi. Ma, dato che sul fronte della liquidità non possono competere con Zuckerberg, stanno anche accelerando i loro investimenti e i piani di espansione (hanno appena firmato con Oracle un contratto per 4.5 gigawatt di potenza computazionale - una cifra mai vista - parte del progetto Stargate per costruire il più grande data center AI al mondo).
E poi c'è l’incognita Apple che, dopo anni di tentativi falliti, sembra pronta ad arrendersi: Siri non riesce a stare al passo, e secondo Bloomberg, Tim Cook avrebbe avviato colloqui con OpenAI, Anthropic per integrare modelli esterni nei suoi dispositivi. L'idea è usare LLM di terze parti via cloud, sulla falsariga di quanto già fa Samsung (con Gemini) o Amazon (che usa i modelli di Anthropic per Alexa+). I problemi sono due:
non tutti in Apple sono d'accordo e alcuni dirigenti AI interni hanno minacciato di andarsene (soprattutto ora che rivali come Meta offrono pacchetti retributivi enormi)
le trattative con Anthropic, che proprio questa settimana ha raggiunto i $4 miliardi di revenues ricorrenti, si sono già complicate sui costi

Come riporta il NYT, in Australia sono finiti i test con diversi fornitori tecnologici per impedire ai ragazzi sotto i 16 anni di aprire (o mantenere) un profilo sulle piattaforme social (Facebook, Instagram, TikTok, Snapchat e X). È la conseguenza di una legge che dovrebbe entrare in vigore a Dicembre, una delle prime al mondo, ma che sta già attirando interesse in tanti altri Paesi.
Ad oggi esistono due modelli per la verifica dell’età:
quello “distribuito”, che affida a ogni singola piattaforma la responsabilità di verificare l’età dei propri utenti
quello “centralizzato”, forse più efficace, che prevede un’infrastruttura comune (un sistema operativo, un app store o un wallet digitale) da cui ricavare l’informazione sull’età, da condividere in forma anonima e standardizzata con tutti i servizi digitali.
I test australiani hanno infatti dimostrato che la tecnologia di verifica dell’età funziona ma molti ragazzi riescono comunque ad aggirare il sistema, ad esempio usando il volto di un fratello o di un amico maggiorenne.
Anche dalle nostre parti, benché le policy delle piattaforme e il GDPR fissino il limite minimo a 13 anni (o 14 senza consenso dei genitori), il 62% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni ha già un account social attivo (il dato proviene dal report “Da grandi poteri, grandi responsabilità”, realizzato da FutureProofSociety - che sponsorizza questa newsletter - in partnership con Italian Tech Alliance e InnovUp). È quindi arrivato il momento di ripensare completamente il sistema di verifica dell’età?
[Di questo tema si parlerà anche il 16 luglio a Roma in un evento gratuito con la presentazione del report completo e un confronto aperto tra creator, rappresentanti delle istituzioni e stakeholder dell’ecosistema digitale: ci si iscrive qui]
E poi c’è questa storia che sta diventando sempre più grossa e interessante. Diverse aziende, tra cui Robinhood, stanno cominciando ad offrire dei nuovi "token" che replicano il valore delle azioni di aziende non quotate, come OpenAI e SpaceX. Non sono vere quote societarie ma strumenti che permettono agli investitori retail, che non hanno accesso all’equity di aziende private, di "esporre" il proprio portafoglio a queste aziende. In un momento in cui le IPO sono bloccate (se non per pochi) e le aziende private più promettenti (come OpenAI, SpaceX o Stripe) rimangono private perché possono raccogliere praticamente capitali infiniti senza il problema di quotarsi in Borsa, questo è un verticale su cui tantissime aziende proveranno a buttarsi. Ma questa operazione, che aggira le regole sugli investimenti privati, potrebbe creare più rischi che benefici.
Se sei interessato a sponsorizzare gli episodi di questa newsletter, trovi tutte le informazioni qui.
✍️ Toolkit
Da leggere
I CEO Europei che stanno cercando di bloccare la regolamentazione sull’AI [Financial Times]
Quanto devono essere smart i giocattoli ai tempi dell’AI? [Vox]
Il report sull’utilizzo delle auto elettriche nel mondo [Bloomberg]
Come funzionano davvero i modelli di AI? [Financial Times]
Da ascoltare
Le tensioni tra Musk e Trump, la crisi di Tesla e il calciomercato dell’AI [Actually]
Nassim Taleb in purezza [Odd Lots]
Quando la matematica fece crollare Wall Street [Black Box]
Come costruire una “big, beautiful Europe” [Unhedged]
Da guardare
Le nuove regole per costruire la ricchezza [Bloomberg Originals]
Come Volkswagen sta cercando di reinventarsi per l’elettrico [Financial Times]
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