Ciao, che bello rivederti. Questa settimana, all’improvviso, Pepsi ha annunciato un rebranding. L’ultimo era avvenuto nel 2008, quando tra l’altro fu trovato un documento tutto matto in cui si spiegava il legame nascosto tra la Pepsi, il Partenone e la Gioconda e le influenze che il campo gravitazionale della Terra, la radiazione solare e i suoi campi energetici avevano avuto sulla creazione del logo applicato sulla lattina (quel doc, che costò a Pepsi $1M, è una delle cose più folli che abbia mai letto).
I ragazzi di Caffe Design, invece, hanno spiegato benissimo la nuova identità visiva (e la strategia di Pepsi vs Coca Cola):
Ora cominciamo con i Technicismi della settimana! E se questa newsletter ti piace puoi lasciare un like premendo il cuoricino qui sopra :)
- Riccardo
🔥 La storia della settimana
Questa settimana ho ascoltato l’intervista di Bill Gates nel podcast di Kevin Scott, il CTO di Microsoft. È una conversazione incredibile in cui Gates, pieno di entusiasmo, racconta come una cena con i founder di OpenAI gli abbia fatto capire che stavamo davvero entrando nell’”era dell’AI”.
Sentirlo parlare con questo “fuoco” è davvero emozionate e mi ha ricordato un video altrettanto incredibile in cui, nel 1995, cercava di raccontare le potenzialità di internet a David Letterman (che però continuava a dimostrare tutto il suo scetticismo).
Ma mentre si continuano a fare passi in avanti sull’Intelligenza Artificiale (ormai su Technicismi non si parla d’altro), in molti cominciano a esprimere le proprie perplessità e paure. Addirittura, questa settimana è stata pubblicata una lettera aperta (firmata anche da Elon Musk e il cofondatore di Apple Steve Wozniak) che chiede alle aziende di sospendere per almeno 6 mesi l’addestramento di sistemi di Intelligenza Artificiale più potenti di GPT-4.
Ma vi basta leggere anche solo le prime righe per capire che c’è un problema: questa lettera non ha senso, per almeno 3 motivi:
È piena di #AIhype ed è davvero poco propositiva: come si fa (ma soprattutto a che serve) interrompere la ricerca di un’azienda sull’AI?
Probabilmente non è interrompendo il lavoro di ricerca e “sviluppando una serie di protocolli di sicurezza condivisi per la progettazione e lo sviluppo di IA avanzate che siano rigorosamente controllati e supervisionati da esperti indipendenti esterni” che si risolvono i problemi dell’AI
L’ultimo punto, e probabilmente il più importante, è che oggi non siamo neanche lontanamente vicini allo sviluppo di una “general artificial intelligence”, cioè di un sistema davvero intelligente, in grado di compiere diversi task. GPT-4, l’ultimo sistema di AI sviluppato da OpenAI, per quanto possa sembrare avanzato è semplicemente “un sistema di completamente automatico con gli steroidi”
Come dice Bill Gates nell’episodio, l’AI ha un potenziale immenso e i rischi a lungo termine sono tanti. Ma forse, oggi, dovremmo preoccuparci di più dei rischi concreti e a breve termine, come la disinformazione (a proposito, ti consiglio questo bel video di Will sul tema) o come riorganizzare la nostra società dopo che l’AI, secondo Goldman Sachs, arriverà a automatizzerà 1 lavoro su 4.
📈 Il grafico della settimana
Negli ultimi giorni credo di aver riletto 3 volte questo articolo di Benedict Evans, uno che di mestiere sembra porsi le giuste domande, non perché era incomprensibile ma perché era davvero densissimo.
In particolare, la riflessione nasceva da un settore, quello dello streaming, sempre più affollato, in cui non si capisce davvero bene quale potrà essere il futuro. Se fino a qualche tempo fa Netflix era considerata una “technology company”, probabilmente non lo è mai stata perché di fatto è tormentata dalle stesse domande di una “tv company” (se ci pensi le “tv company” tradizionali, come Disney, ci hanno messo un attimo a raggiungere lo standard tecnologico di Netflix).
Ma quindi, che cosa conta di più per queste aziende: i contenuti o la tecnologia attraverso cui li distribuisce? E soprattutto, quali sono invece le domande per piattaforme come YouTube o TikTok, che fanno sempre più concorrenza allo streaming, ma dove i contenuti vengono popolati dai creator?
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🔥 Le news da non perdere
Alibaba Group, una delle più grandi aziende cinesi, ha annunciato che si dividerà in 6 business unit autonome, ognuna delle quali avrà la libertà di raccogliere capitali esterni e, eventualmente, di quotarsi. Una strategia mega interessante che potrebbe essere copiata da altre aziende tech occidentali, soprattutto quelle nell’occhio del ciclone dei regolatori per essere “troppo grandi” (uhmmmm… Meta?)
ByteDance se ne infischia dell’imminente ban a TikTok, di cui è proprietaria, e continua a puntare sugli USA rilasciando Lemon8, un’app descritta come una "app per lifestyle community" e che sta già scalando le classifiche sull’App Store
Da domani verranno eliminate tutte le spunte blu su Twitter: rimarranno solo a chi pagherà l’abbonamento a Twitter Blue. Un TikTok veloce di Shaan Puri che racconta il perché questa sia una pessima idea
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🤔 Altre cose interessanti
La storia dei redesign di Wikipedia spiegato da chi, quei redesign, li ha fatti
Bill Gates, in un episodio del podcast del CTO di Microsoft, totalmente emozionato che racconta la cena organizzata con i founder di OpenAI in cui ha capito che “l’Intelligenza Artificiale avrebbe cambiato tutto”
Un video molto bello di Johnny Harris che spiega come funzionano le banche (e il nostro sistema finanziario)
Per oggi è tutto, noi ci risentiamo la prossima settimana!
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L’intervista di Letterman a Gates è del 1995. Almeno così c’è scritto su YouTube.