Una nuova rivoluzione industriale? 🦾
Il potenziale dell'AI di renderci super-umani e i licenziamenti delle Big Tech
Hey, che bello rivederti qui. Prima di cominciare, una piccola nota: nel 2022 ho interrotto le attività di advertising su Technicismi per concentrarmi sui suoi contenuti e sulla crescita. Dai prossimi episodi, però, potresti trovare qualche contenuto sponsorizzato. Questa scelta nasce dalla necessità di riuscire a mantenere questa newsletter gratuita per te che la leggi. So che potrebbe non piacere a tutti ma spero che questo cambiamento non rovini l'esperienza di lettura e, come sempre, sono aperto a feedback e suggerimenti. Se sei interessato, puoi trovare tutte le informazioni su come sponsorizzare gli episodi della newsletter in questo articolo.
Ora partiamo con i technicismi, noi ci risentiamo venerdì prossimo :)
- Riccardo
🔥 La storia della settimana
Nelle ultime settimane tutti i podcast, le newsletter e i video che ho guardato parlavano di un solo argomento: l’Intelligenza Artificiale Generativa (ne ha parlato anche Jacopo Perfetti all’interno dell’episodio “predictions” di Technicismi) e il modo in cui potrebbe innescare una nuova rivoluzione industriale.
Negli ultimi mesi sono stati rilasciati degli strumenti incredibili che hanno reso questa tecnologia alla portata di tutti (ChatGPT ha raggiunto 1 milione di iscritti in cinque giorni). E questo momento, per certi versi, ricorda gli anni ‘90 quando, attraverso Internet, il nostro modo di comunicare e accedere alle informazioni è cambiato completamente. E oggi, potremmo essere a un nuovo momento di svolta.
Nel 1996, Bill Gates scrisse un famoso articolo intitolato “Content is King” nel quale si prevedeva che, grazie a internet, il costo di distribuzione delle informazioni si sarebbe azzerato e, senza barriere all’ingresso, a “vincere il mercato” sarebbero stati i contenuti migliori (e chi li produceva).
Questo, oggi, è più vero che mai. Ma chissà se sarà così anche domani.
L’arrivo dell’Intelligenza Artificiale Generativa avrà infatti un impatto enorme sulla quantità (e la qualità) dei contenuti che verranno prodotti e questo inevitabilmente, porterà a limitare il valore che gli attribuiamo. Il modo in cui questo avverrà, però, oggi non possiamo saperlo. Qualcuno potrebbe dare più valore alle nicchie e ai contenuti mega targettizzati, gli intermediari della notizie potrebbero scomparire (anche se, ad oggi, mi viene difficile immaginare di costruire la mia “media diet” senza l’aiuto di un algoritmo di raccomandazione) e, perché no, potrebbe anche nascere un mercato che da valore esclusivamente ai contenuti non realizzati da un’AI (anche perché, ovviamente, i contenuti generati dall’AI potrebbero cominciare ad essere basati loro stessi su contenuti generati da un’AI).
Probabilmente oggi è ancora troppo presto per immaginare il futuro (a meno che tu non sia Bill Gates, ovviamente) ma la mia prospettiva ottimista mi porta a immaginare questa “rivoluzione industriale” al pari delle altre che abbiamo vissuto in passato. L’arrivo della macchina a vapore o l’avvento del computer hanno cambiato gli equilibri della società ma non ci hanno portati alla rovina. E così anche l’AI non finirà per rubarci il lavoro, ma diventerà uno strumento utile per aumentare le nostre capacità e automatizzare alcuni compiti. L’esempio più semplice è quello della generazione dei testi: pensa a quanto tempo passiamo ogni giorno a leggere, scrivere e cercare informazioni. Lavorare con l'IA generativa sarà come avere un assistente onnisciente sempre a disposizione. E, in tutto ciò, l’Intelligenza Artificiale Generativa sarà molto di più che semplice generazione dei testi: sarà generazione di immagini, di video, di codice per gli sviluppatori e addirittura di voci (Microsoft questa settimana ha presentato VALL-E, un modello in grado di simulare la voce di una persona dopo aver ascoltato un audio di soli 3 secondi).
Certo, come ogni volta che ci si trova di fronte a una nuova tecnologia, le perplessità sono tante ed è giusto affrontarle per uno sviluppo sostenibile e consapevole ma, anche in questo caso, la promessa del suo potenziale è davvero incredibile.
📈 Il grafico della settimana
Ormai va così: ogni settimana apro LinkedIn e trovo decine di post che parlano di qualche Big Tech che ha annunciato migliaia di licenziamenti.
Questi licenziamenti sono una chiara conseguenza del cambiamento del contesto macroeconomico a cui stiamo assistendo: con l’aumento dei tassi di interesse, la crescita si ferma perché le aziende riducono gli investimenti. E questa riduzione degli investimenti porta spesso a mettere in pausa alcuni progetti non prioritari, causando ovviamente il licenziamento di chi, su quei progetti, ci stava lavorando.
Questa settimana ad annunciare i licenziamenti sono state Amazon (18k persone) e Microsoft (10k persone). Ma la cose incredibile, che puoi vedere dal grafico qui sopra, è che, nonostante i licenziamenti, il numero di personale per Microsoft e Meta continua a essere superiore a quello di un anno fa e di gran lunga superiore a quello dei livelli pre-pandemia (Meta era quasi raddoppiata durante la pandemia e Microsoft aveva assunto 77.000 persone - tra l’altro Microsoft sta per inglobare anche i 10k dipendenti provenienti da Activision).
In ogni caso, secondo alcuni, questi licenziamenti a cui stiamo assistendo non saranno in grado di fermare l’aumento dell’inflazione (tendenzialmente, se la disoccupazione aumenta, i consumi diminuiscono e di conseguenza anche i prezzi). Non benissimo.
🔥 Le news da non perdere
Instagram ha annunciato che presto rimuoverà l’icona “Shop” dalla barra principale. La ragione ufficiale è di rimettere al centro dell’app (letteralmente) la condivisione di contenuti, ma in realtà questa scelta potrebbe essere una conseguenza del fallimento della funzione shop. Come dice Benedict Evans, Instagram vive un difficile equilibrio: voler essere contemporaneamente una piattaforma incentrata sulla condivisione dei propri momenti con gli amici e una piattaforma nella quale esplori e vai alla scoperta dei tuoi interessi (attraverso i Reel e la tab shop, appunto).
Trump starebbe cercando di organizzare un incontro con Zuckerberg per tornare su Facebook (era stato bannato in seguito all’attacco al Campidoglio USA). D’altra parte “lui serve a loro più di quanto loro servano a lui”.
Spotify e altre sette aziende tecnologiche e associazioni di settore hanno inviato una richiesta all’EU (indirizza a Margrethe Vestager) di fermare al più presto l’abuso di posizione dominante di Apple.
Twitter ha creato una nuova home page molto simile a quella di TikTok (divisa in due sezioni: la “For You”, con i tweet scelti dall’algoritmo, e la “Following” con i tweet in ordine cronologico.
Sam Bankman-Fried, il founder della piattaforma di scambio di criptovalute FTX, ha lanciato la sua newsletter per spiegare “la sua verità” riguardo al fallimento della sua azienda.
🤔 Altre cose interessanti
Bill Gates ha partecipato al suo undicesimo “Ask Me Anything” su Reddit. Ne ha fatto un riassunto nell’articolo “Climate change, AI, and more from my latest AMA”.
Boston Dynamics ha rilasciato un video pazzesco di Atlas, il loro robot umanoide, che tutto d’un tratto è diventato un muratore.
The Athletic ha pubblicato un articolo molto interessante: “The End of the Silicon Valley Myth”
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