Come faremo le ricerche online in futuro? Pt. 2 🔍
Perché il futuro di Google potrebbe essere messo a dura prova dalla stessa Google
È da mesi ormai che diciamo che la pacchia, per le aziende tech, è finita. Mark Goldberg ha riassunto centinaia di analisi su questo tema in un tweet:
Ora cominciamo con i Technicismi della settimana! E se questa newsletter ti piace puoi lasciare un like premendo il cuoricino qui sopra :)
- Riccardo
🔥 La storia della settimana
La scorsa settimana mi hanno finalmente dato accesso alla versione di Bing integrata a ChatGPT: di fatto fai una domanda a un motore di ricerca e la risposta ti viene generata sotto forma di “articolo scritto” (correlato dalle fonti) e non di “lista di link” (come siamo abituati).
Questa nuova esperienza di ricerca non mi ha convinto del tutto (oltre al fatto che alcune risposte erano totalmente sconnesse e includevano parti di risposta di una domanda posta precedentemente). Quindi ho deciso di fare un follow up rispetto alla newsletter di qualche settimana fa.
La cosa che mi ha colpito di più è come Bing costruisse le risposte prendendo contenuti trovati su diversi siti. E non ho potuto fare a meno di pensare che se anche Google dovesse davvero modificare il funzionamento del proprio motore di ricerca per replicare quello del rinnovato Bing, potremmo essere di fronte a un cambiamento epocale per intere industrie.
Prima tra tutti quella dei media digitali che generano contenuti online. Come dicevamo la scorsa settimana, il primo modello di business per tantissime piattaforme e siti web è stato quello della pubblicità digitale (che, di fatto, possiamo dire sia stata inventata proprio da Google attraverso il suo Google Ads). Per generare maggiori ricavi, era necessario attirare nuovi visite al proprio sito web. E, per farlo, era necessario essere ben indicizzati sui motori di ricerca. Nacque così la SEO (Search Engine Optimization), cioè l’ottimizzazione dei testi e contenuti affinchè comparissero per primi nel maggior numero di ricerche online.
Ora, però, facendo una ricerca con la nuova versione di Bing + ChatGPT, le risposte vengono generate automaticamente senza che l’utente acceda al sito web (che quindi non guadagna da quella ricerca).
E questo significa almeno tre cose:
La prima è che la Search Engine Optimization dovrà forse trasformarsi nella Search Bot Optimization
La seconda è che, probabilmente, le piattaforma dovranno creare un nuovo modello di business (magari riconoscendo una commissione standard a tutti i siti web dai quali prendono il contenuto per generare le risposte?)
E infine, la più importante, è che qui, a pensarci bene, a perderci davvero non sarebbe il sito web, ma Google stessa. Perché quando un utente visita un sito web con la pubblicità, parte del ricavo pubblicitario va all’inserzionista (che nella maggior parte dei casi è proprio Google!!). In altre parole: se il sito non monetizza le visite tramite pubblicità, anche Google stessa non realizza un ricavo. E non parliamo di poco: l’azienda, negli ultimi 3 mesi del 2022, attraverso “Google Search” ha realizzato $42,6 miliardi di ricavi (sui $70,05 miliardi di ricavi totali nel trimestre).
C’è sicuramente qualcosa che mi sfugge, ma siamo davvero sicuri che Google sia disposta a perdere quasi il 60% dei propri ricavi solo per saltare a bordo di questo nuovo trend?
📈 Il grafico della settimana
Martedì Spotify ha organizzato il suo evento Stream On in cui ha presentato le novità in arrivo sulla piattaforma (e alcuni numeri straordinari). Partiamo da questi:
Le royalties che Spotify ha pagato agli artisti sono quasi $40 miliardi
Gli artisti che guadagnano più di $1 milione (ma anche quelli che guadagnano +$10.000) sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni
Il 50.000° artista che guadagna di più su Spotify ha generato più di $50.000 nel 2022
Le cose più importanti emerse dall’evento, di fatto, sono due:
Spotify vuole diventare l’all-in-one-place dell’audio
Per farlo stanno diventando sempre più social media
Oltre a un nuovo layout della piattaforma (la famosa TikTokenizzazione di Internet), hanno aperto a tutti la possibilità di creare engagement sui podcast con domande e sondaggi.
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🔥 Le news da non perdere
Relativity Space si sta preparando per lanciare il Terran 1, che tra le altre cose è il più grande oggetto stampato in 3D ad andare nello Spazio. Il nome di lancio è tutto un programma ("GLHF", che sta per “Good Luck, Have Fun”), d’altra parte nessuna azienda spaziale privata è mai riuscita a far decollare il proprio razzo di debutto al primo tentativo
Anche Salesforce si è lanciato sull’AI integrando ChatGPT. Le nuove funzionalità supporteranno gli utenti nella creazione di e-mail di marketing, nella scrittura di articoli e persino nella creazione di codice. Ma non solo: l’azienda sta lanciando un fondo di investimento da $250M per finanziare proprio startup di intelligenza artificiale generativa
Gli Stati Uniti hanno approvato una legge che conferisce al Presidente il potere di bannare qualsiasi app ritenuta un rischio per la sicurezza del Paese (da leggere: TikTok). L’azienda ha risposto così
E, dato che è sempre di più nell’occhio del ciclone, l’azienda cinese ha anche in programma di costruire tre datacenter in Europa per archiviare localmente le informazioni degli utenti (e strizzare l’occhiolino alle autorità di concorrenza EU)
🤔 Altre cose interessanti
Sto ascoltando Foundering, il podcast di Bloomberg sulla storia incredibile di John McAfee (di base l’inventore degli antivirus moderni)
Il “Culture Rising” report di Meta
E il “Pinterest Predicts” report sui trend emergenti del 2023 (famoso perché è quello che storicamente c’ha azzeccato di più)
Jorge Mazal, ex Chief Product Officer di Duolingo, spiega come ha fatto ripartire la crescita degli utenti della piattaforma
Per oggi è tutto, noi ci risentiamo la prossima settimana!
Se sei interessato, puoi trovare tutte le informazioni su come sponsorizzare gli episodi della newsletter in questo articolo.