Technicismi #97 🚀
Le DAO e il futuro del lavoro, i numeri sempre più grandi delle Big Tech e i social più utilizzati al mondo
Hey, era da un po’ che non facevamo un approfondimento sulle possibilità della blockchain. Oggi puntata dedicata alle DAO. Ancora non sai cosa sono? Allora scorri un po’ più in basso :)
- Riccardo
🚀 Le storie della settimana
E se le aziende non fossero il futuro del lavoro? 💼
Le DAO (Decentralized Autonomous Organizations) sono, come dice il termine, Organizzazioni Decentralizzate Autonome, cioè associazioni di persone possedute e controllate dai propri membri attraverso la blockchain. Le DAO, insieme agli NFT e le criptovalute, saranno una delle basi del Web3, di cui abbiamo parlato qualche technicismo fa.
La direzione dell’organizzazione, in particolare, è definita secondo regole scritte all’interno di smart contract, i “contratti” digitali registrati, appunto, sulla blockchain. Rispetto ad un’azienda tradizionale, le differenze sono tante: le DAO non sono caratterizzate da una struttura gerarchica “verticale” ma chiunque può farne parte e presentare delle proposte per il futuro dell’organizzazione e avere un ruolo attivo nelle decisioni.
Saranno quindi le DAO il futuro del lavoro? La risposta non è certa ma sicuramente le DAO sono “strutture” che più si adattano alle nuove tendenze che stiamo osservando nel mondo del lavoro. Se fino ad oggi il modo tradizionale di guadagnare è stato secondo uno schema work-to-earn, ora le cose stanno cambiando (ne parlavamo nei technicismi della scorsa settimana). Grazie ad Internet stanno emergendo forme alternative di guadagno (influencer, creator, …) che non vengono percepite propriamente come “lavoro” ma sono comunque forme di retribuzione.
In molti, addirittura, ipotizzano che in futuro le DAO amplieranno il tipo e la quantità di opportunità di guadagno, facendo nascere tanti nuovi schemi di retribuzione, come il play-to-earn, learn-to-earn, create-to-earn e molti altri. Le attività che noi oggi già svolgiamo potrebbero quindi essere ricompensate direttamente e contribuire al nostro guadagno.
Se fosse davvero questo il futuro, i lavori diventerebbero molto più transitori e dinamici: si abbasserebbero i costi di passaggio da un lavoro all’altro e nascerebbero molte più opportunità. Ad oggi le DAO presentano ancora molte criticità e potenziali problemi di funzionamento ma è incredibile immaginare la quantità di opportunità che potrebbero nascere da queste nuove modalità di collaborazione.
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Huge Tech 🤯
È tornata la stagione delle “earnings” dei Big Tech, le presentazioni dei risultati finanziari agli investitori. I numeri sono talmente folli che forse dovremmo cominciare a chiamare queste aziende “Huge Tech”.
Cominciamo con Alphabet, il gruppo di proprietà di Google. Nel 2021 l’azienda ha realizzato ricavi per $257 miliardi, +41% rispetto al 2020, la crescita annuale più grande dal 2007. Negli ultimi 3 mesi, solo grazie a YouTube, l’azienda ha fatturato $8.6 miliardi. Il che significa che a questo passo, la piattaforma video, potrebbe realizzare ricavi annuali per $34 miliardi, superando quindi Netflix (i cui ricavi annuali si fermerebbero a $30 miliardi). Ma YouTube non batte Netflix soltanto alla voce “ricavi”: nel 2020 il tempo medio mensile trascorso su YouTube era di 23 ore (contro le ~6 ore di Netflix). Inoltre YouTube ha 2,5 miliardi di utenti attivi (Netflix ha 222 milioni di account paganti) e ad oggi è il secondo motore di ricerca più utilizzato.
Passiamo ad Apple, risultati mostruosi anche in questo caso. L’azienda negli ultimi 3 mesi ha fatturato $123,9 miliardi, il miglior risultato di sempre. Record di vendite per iPhone ($71.6 miliardi), per Mac (10.8 miliardi), per la categoria “Wearable, Home & Accessories” ($14.7 miliardi) e anche, ovviamente, per i servizi ($19.5 miliardi).
Anche Amazon cresce, ma non come previsto. Le entrate sono aumentate del 9% (il primo periodo di crescita a una sola cifra dal 2017) e la società ha riportato ricavi di quasi 12 miliardi di dollari dal suo investimento nella società di veicoli elettrici Rivian. Inoltre, per la prima volta, sono stati rivelati i profitti del business pubblicitario, cresciuti del 32% su base annua a 9,7 miliardi di dollari durante il trimestre. Sempre in forma AWS, i servizi cloud, che aumentano di quasi il 40% a $17,78 miliardi, superando le stime degli analisti.
E poi c’è Meta, l’unica azienda ad aver presentato risultati inferiori alle aspettative. Per la prima volta nella storia, infatti, il numero di utenti giornalieri di Facebook è calato di 1 milione, rimanendo comunque superiore a 1.9 miliardi. Ancora in leggera crescita, invece, Instagram e WhatsApp. In discesa anche gli utili soprattutto a causa dei grandi investimenti che l’azienda sta mettendo in atto (sono stati investiti $10 miliardi nel metaverso). Questi numeri testimoniano la fase di transizione che sta attraversando Meta, sempre più impegnata nel trasformare il metaverso in realtà (nel 2021 la divisione Reality Labs ha generato $2,27 miliardi in revenues). Ma gli investitori non ci credono abbastanza e ieri le azioni dell’azienda sono calate facendo perdere all’azienda 1/4 del suo valore in un solo giorno.
📈 Il grafico della settimana
È stato pubblicato il nuovo report di We Are Social con i numeri e le statistiche relative all’utilizzo del digitale nel mondo. Mi ha molto colpito questa statistica relativa ai social media più utilizzati.
Facebook rimane in testa, nonostante la lieve diminuzione di utenti attivi di cui abbiamo parlato sopra. YouTube, ora, le sta alle calcagna e la sua posizione è ulteriormente rafforzata dai dati mostruosi riportati poco fa. La top 5 è completata da Whatsapp e Instagram (sempre di proprietà di Meta), seguiti da WeChat. TikTok si trova solamente in sesta posizione ma se le cose dovessero andare bene, alla pubblicazione del prossimo report, l’app potrebbe rientrare almeno in top 5.
Per tutte le altre statistiche, puoi consultare il report qui
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Ciao Riccardo, tutto bello ma D-Orbit non è unicorno. Lo spiego bene qui: https://alessiacamera.substack.com/p/startup-stories-31