Le criptovalute cambieranno per sempre 🔗
Il "Merge" di Ethereum cambierà tutto & l'acquisizione di Figma da parte di Adobe
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- Riccardo
🚀 La storia della settimana
La blockchain del futuro 🔗
Esiste questo concetto nel sottobosco delle criptovalute chiamato “Rainbow Chart”. È un modo assolutamente non scientifico di predire il prezzo futuro di una criptovaluta: si inserisce un arcobaleno sullo sfondo del grafico dell’andamento del prezzo della crypto e, in base al colore su cui si atterra, si possono stimare i movimenti futuri della criptovaluta. Ma il funzionamento di questa strategia non è mai stato dimostrato: spesso, per farlo funzionare, basta semplicemente cambiare il riferimento temporale con cui si guarda al grafico.
In questi giorni, secondo l’”Ethereum Rainbow Chart” il prezzo di Ether, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato (vale circa $200 miliardi), è “in saldo”: il modello prevede quindi un rialzo nei prossimi mesi.
Ed un aumento del valore di Ether è possibile, visto che questa settimana Ethereum, la blockchain su cui è costruita proprio Ether (ETH), ha completato il “Merge”, un aggiornamento che ne cambia il funzionamento.
Per semplificarla davvero al massimo, fino ad oggi il meccanismo di approvazione delle transazioni (per esempio lo scambio di Ether tra due utenti) si basava sulla risoluzione (da parte di speciali computer) di complicati algoritmi matematici (in gergo Proof-of-Work). Il Proof-of-Work, però, necessita di moltissima energia per far funzionare quei computer e non farli surriscaldare.
Con l’aggiornamento, Ethereum è passata a un nuovo meccanismo di approvazione delle transazioni, chiamato Proof-of-Stake che, tra le altre cose, consumerà almeno il 99,95% di energia in meno. Questo si tradurrà in un risparmio energetico a livello globale dello 0,2% (un dato folle, è come se da un giorno all’altro eliminassimo il consumo energetico di Paesi come il Cile).
Con il Proof-of-Stake, ora qualsiasi utente può diventare un “validatore” delle transazioni realizzate su Ethereum, a patto che “congeli” 32ETH (cioè circa €60k) attraverso un processo chiamato staking. Chi deciderà di mettere in stake i propri ETH, non ne avrà più immediata disponibilità e potrà essere scelto dalla rete (in maniera casuale, in base alla quantità di ETH messi in stake) per validare le transazioni. Come ricompensa, l’utente riceverà una piccola somma in ETH.
Con questo aggiornamento Ethereum è diventata anche una cripto “deflazionaria” (cioè verranno bruciati un numero di ETH superiore a quelli che entrano in circolazione). Inoltre, nei prossimi mesi aumenterà la velocità di completamento delle transazioni (attualmente vengono approvate 13 transazioni al secondo, a breve saranno 100 mila) e diminuiranno le “gas fees”, cioè le commissioni che si pagano per completare la transazione.
Nonostante questo, in molti non sono del tutto convinti che questo sia il miglior percorso per Ethereum. La necessità di dover possedere almeno 32 ETH per poter diventare “validatori” è una grande barriera all’ingresso e chi oggi possiede molti ETH potrebbe accumularne sempre di più, avendo sempre più controllo della blockchain (che di fatto perderebbe la sua natura decentralizzata). Inoltre, il meccanismo di validazione delle transazioni attraverso lo staking prevede il riconoscimento di una piccola somma in ETH per i validatori. Questo potrebbe rappresentare un incentivo per gli utenti a mettere i propri ETH in stake, evitando di “spenderli” e di conseguenza rendendo inutile la blockchain.
In ogni caso, il mondo della finanza “tradizionale” sta già cominciando a capire come capitalizzare questo cambiamento. Marion Laboure, analista di Deutsche Bank, ha dichiarato che i rendimenti offerti come ricompensa "potrebbero posizionare Ether come un'alternativa alle obbligazioni o alle materie prime per gli investitori istituzionali".
Ma c’è un altro aspetto molto interessante: se questo sistema dovesse funzionare, le autorità di regolamentazione potrebbero costringere altre criptovalute, che ancora funzionano attraverso protocolli di Proof-of-Work (come Bitcoin), a ridurre il proprio impatto ambientale migrando al Proof-of-Stake (a dir la verità, l’Europa ci ha già provato, senza successo).
Questo aggiornamento sarà quindi davvero un banco di prova straordinario per Ethereum e potrebbe avere un fortissimo impatto su tutto l’ecosistema delle cripto.
In molti, quindi, in questi giorni si stanno chiedendo se questo sia il momento giusto di comprare Ether. Il prezzo di Ether aumenterà? Questo, purtroppo, io non lo so. Anzi, nessuno lo sa. Nemmeno l’”Ethereum Rainbow Chart”.
📈 Il grafico della settimana
Il grafico della settimana non è davvero un grafico, quanto più una statistica. Ieri è stata pubblicata la notizia della vendita di Figma, un software usato prevalentemente da grafici e designer per fare dei prototipi, ad Adobe.
Adobe avrebbe pagato $20 miliardi per la “startup” e questo di fatto diventerebbe la quinta acquisizione più grande nel settore dei software (realizzando il sogno di tutti gli investitori, citati nel tweet, che hanno creduto nel progetto). Queste le prima quattro:
Acquisizione di EMC da parte di Dell per $67B
Acquisizione di Red Hat da parte di IBM per $34B
Acquisizione di Slack da parte di SalesForce per $27B
Acquisizione di WhatsApp da parte di Meta per $26B
Ma Figma rappresenta qualcosa di più. È l’ultimo esempio di un’azienda che ha saputo mettere l’utente al centro, elevandolo allo status di “professionista”. Così come Canva rende tutti, in un istante, “esperti di design” e Instagram “esperti di fotografia”, gli utenti di Figma sono immediatamente (e in modo totalmente gratuito) in grado di realizzare un prototipo professionale in pochissimi minuti.
È questo quello che mancava ad Adobe. E che ora si è comprata. A caro prezzo!
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⌨ Il tweet della settimana
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