Il 2023 è l'anno dei social a pagamento? 💸
Siamo proprio destinati a pagare ancora più abbonamenti?
Hey, bentornato su Technicismi. Su Twitter gira tantissimo questo video. Are we really fucked? Non credo, però le domande che dovremo porci sono sempre di più, sempre più complicate ma anche sempre più interessanti. What a time to be alive!
Ora partiamo con i Technicismi della settimana! Ah, e ci risentiamo la prossima settimana con l’ultimo episodio del 2022 :)
- Riccardo
🔥 La storia della settimana
La scorsa settimana, Pavel Durov, il fondatore di Telegram, ha annunciato che Telegram Premium (il servizio che permette di inviare file più grandi, scaricarli più velocemente, avere sticker e reazioni esclusive e altre funzioni non proprio “fondamentali“) aveva superato il primo milione di utenti.
Telegram ha vissuto un anno incredibile: è entrato nella top 5 delle app più scaricate al mondo e ha superato i 700 milioni di utenti attivi ogni mese. Ah, e poi, dopo quasi 10 anni, ha trovato un business model sostenibile, basato proprio sull’abbonamento degli utenti. Ma Telegram è solo l’ultimo social ad avere introdotto un servizio a pagamento.
Fino ad oggi i social media sono stati “gratuiti”: il business model più diffuso prevedeva l’uso dei nostri dati e il tracciamento della nostra attività online per creare profili molto dettagliati di ogni utente e quindi offrire agli inserzionisti la possibilità di mostrare il proprio messaggio di fronte a persone perfettamente in target.
Poi è arrivata Apple, che all’improvviso ha reso insostenibile quel modello.
Ad Aprile 2021, Apple ha infatti introdotto quel pop up che compare ogni volta che apri una nuova app e che ci chiede se vogliamo che quel servizio tracci tutte la nostra attività sul dispositivo. (Anche a causa di come è scritto) quel messaggio spinge il 75% degli utenti a non accettare. Una mossa che quest’anno costerà, solo a Meta, $10 miliardi!
Da un momento all’altro si è quindi resa necessaria un’alternativa. E quell’alternativa erano gli abbonamenti.
Casi di successo esistevano già: il più famoso è ovviamente OnlyFans con i suoi 200 milioni di utenti e utili (non fatturato, utili!) che sono passati da $41 a $433 milioni tra il 2020 e il 2021 (ah, e un profilo medio su OF guadagna $151 al mese). E poi c’è Snapchat+, con più di 1,5 milioni di utenti che pagano un abbonamento per accedere a funzioni esclusive, e ovviamente Twitch, dove gli utenti pagano fino a $25 al mese per guardare le dirette di altri utenti.
Ora anche “gli altri” stanno recuperando: ad inizio anno Instagram ha annunciato le “subscription” (ti abboni a un singolo creator per avere contenuti esclusivi, non ancora disponibile in Italia) e, più di recente, la prima cosa che ha fatto Elon Musk dopo aver comprato Twitter è stata proprio dare ancora più visibilità a Twitter Blue, il servizio a pagamento che permette di avere la spunta blu e di aver accesso a nuove funzionalità.
Anche TikTok ci ha provato timidamente. Ma qui la questione si fa più interessante, dato che la stessa TikTok non si definisce social media quanto più piattaforma d’intrattenimento. E, in questo momento, le grandi piattaforme di streaming come Netflix e Disney+, il cui modello di business si è sempre basato sull’abbonamento, stanno percorrendo la strada opposta, introducendo piani di abbonamento meno costosi ma con la pubblicità - con più o meno successo (piccolo spoiler: il futuro della streaming war sarà il tema di uno dei prossimi Technicismi).
Il 2023 potrebbe davvero essere l’anno dei social a pagamento: come ha scritto il Wall Street Journal, gli abbonati non saranno mai redditizi per le piattaforme di social media quanto i loro inserzionisti, ma il settore potrebbe essere destinato alla rovina senza di loro. È questo il futuro che ci aspetta?
🔥 Le news da non perdere
È uno dei video che aspetto e che mi piace di più: lo “Year in Search” di Google, il riassunto dell’anno attraverso le ricerche più popolari sul motore di ricerca. Qui invece, i temi più cercati su Google in Italia nel 2022
Più volte ho parlato del settore del q-commerce e dell’ascesa di Gorillas, la startup che in meno di 1 anno è riuscita a raggiungere una valutazione superiore a $1 miliardo. Ecco, dopo che il sogno si è infranto, ora Getir si compra quello che ne è rimasto per $1,2 miliardi (qui avevo fatto un piccolo spoiler)
Qui parlavo di come lo SPID rappresentasse un incredibile strumento che avrebbe permesso allo Stato di comunicare direttamente con il singolo cittadino, che proprio grazie a questo strumento avrebbe avuto molto più potere (a discapito di partiti e grandi organizzazioni). Ora si parla di sostituirlo con la carta d’identità elettronica ma questo thread spiega perché questa non è una buona scelta
Sam Bankman-Fried, il fondatore della piattaforma di exchange di criptovalute FTX arrestato alle Bahamas qualche settimana fa, è stato estradato negli Stati Uniti e sarà rilasciato su una mega cauzione da $250 milioni. La sua storia raccontata nel nuovo episodio di Mele Marce
📃 Le letture del weekend
Why we still believe in the future - di Andrew Bosworth sul futuro di Meta
The future our grandchildren deserve - le previsioni di Bill Gates sul 2023
Ciao mamma, ho fatto un brand - la storia di come è nata l’incredibile identità visiva della startup NeN
Per oggi è tutto ma se ti va possiamo commentare questa newsletter: basta premere il bottone qui sotto oppure rispondere direttamente a questa email.